Sono convinto che la ferrovia Ionica è contemporaneamente la più grande potenzialità inespressa e il più grande regalo che lo Stato italiano abbia fatto alla Calabria e particolarmente alla Calabria Ionica. Avete mai pensato seppure lontanamente il costo di questa opera per lo Stato? Tra le cosiddette opere d’arte, opere di sostegno, scavi, ponti, espropri, attraversamenti sopra e sottopassi, passaggi a livello, case cantoniere, oltre alla strada ferrata vera e propria, e dulcis in fundo le stazioni!
È stata e resta un’opera faraonica, si capisce il senso di “strategica” per la sua coerente e calzante definizione.
Un’opera che per la mia ed almeno per altre due generazioni precedenti ha rappresentato la colonna sonora di pezzi importanti della nostra vita.
Ho parlato di colonna sonora non a caso, ho tenerezza per le giovani generazioni che non conoscono il suono ed l’ambient, si direbbe oggi, di un viaggio nei vagoni di un treno a vapore!
Un’avventura, una vera e propria storia per ogni viaggio, che si è fissata nella nostra memoria.
Poi i tempi sono cambiati, i trasporti sono stati dirottati su gomma, perché era lì che si trovava in profitto per il privato, e la ferrovia era nostra, era pubblica e questo non andava più per il tipo di sviluppo che abbiamo scelto, abbiamo privilegiato il privato al pubblico, ed allora le auto, le utilitarie negli anni sessanta prima e poi le autostrade per farcele camminare poi, e poi ancora il privato più aggressivo, gli autobus, che sostituiscono treni e auto rappresentando la nuova frontiera del trasporto! Autobus dappertutto a tutte le ore e per tutte le località!
Autobus che soppiantano quel che resta dei nostri treni, con una strana grande contraddizione, le reti di bus sono tutte private, si private, ma camminano sul finanziamento pubblico regionale, fiumi di soldi che vengono stanziati per “garantire la mobilità”, così dicono!
E i poveri treni, i nostri treni sono stati dimenticati, abbandonati, persi, strano si diceva pure allora: ho perso il treno” ora li abbiamo persi definitivamente, ma non basta ora il tentativo è quello non solo di dimenticarli ma si vuole essere sicuri di “cancellarli” definitivamente, anche dai sogni, e dalle ipotesi per un futuro, che qualche sognatore come me e come Ivano Fossati nei “treni a vapore”, fa di ritornare ai far camminare i treni pubblici!
E allora smantelliamo quel che resta! Vendiamo i binari e le traversine, vendiamo le stazioni, tagliamo i rami secchi e se ci sono binari per scambi meglio toglierli non si sa mai qualcuno potesse utilizzarli per scambi per treni locali a breve percorrenza e addirittura trasformarli in metropolitana leggera!
La ferrovia però c’è, sta lí, con caparbietà e arroganza a testimoniare un’Italia che non vuole sparire, un’Italia che vuole sopravvivere allo scempio della storia e del buon senso, sta lì a testimoniare che noi calabresi possiamo ancora avere un moto di orgoglio e di intelligenza e riprendercela per la nostra vita di tutti i giorni e farla ancora funzionare per lo studio ed il lavoro, per le famiglie per noi insomma semplicemente per pubblica utilità o come si dice oggi bene pubblico.
Noi glielo dobbiamo alla nostra ferrovia se non altro per ringraziarla dell’immenso, incommensurabile regalo che è stata capace di fare a noi calabresi dello Ionio, proteggendo e restituendoci intatte chilometri e chilometri delle nostre coste che nessuno mai avrebbe potuto salvaguardare da noi stessi, se non una strada ferrata di cento anni fa!
Credo che il professor Gattuso, se non vado errato, stia proponendo che la ferrovia Ionica venga elevato a sito del patrimonio dell’umanità, penso che sia un riconoscimento meritato pienamente, per l’importanza e ruolo di servizio e salvaguardia che questa opera ha rappresentato per tutti gli italiani, ma per noi calabresi Ionici in particolare, questa è una battaglia va combattuta e personalmente la promuoverò e sosterrò con convinzione insieme a tutti coloro, anche tra coloro che leggono questo post, che vorranno condividerla.
Mario Gallina