Caro lettore,
ormai sei abituato alle mie dissacrazioni,quindi non ti meraviglierai più di tanto per quanto sostengo sulla infingardaggine dei “membri” (ecco,membri è proprio la parola giusta a definirne i componenti) di una giuria. E mi rivolgo a te,mio lettore,chiedendoti di “interagire” con i miei scritti e,possibilmente,dare il consenso a ciò che scrivo,sempre che lo ritenga opportuno e meritorio.
Ovvero esprimere,senza remore,il tuo dissenso,facendo però attenzione,in entrambi i casi,a motivarli con opportune sane e plausibili considerazioni. Leggi,ti prego,la mia “filippica” a suo tempo notificata a quei “membri” presieduti “nientepopodimeno” da (teniamoci forte)…Massimo Cacciari. E se,come spero,hai qualcosa da dire,o da ridire,o da …ridere,sai dove trovarmi.LA PORTA È SEMPRE APERTA. Un caloroso abbraccio,
Ernesto Scura.
LETTERA AI MEMBBRI DELLA GIURIA DEL PREMIO
“Campiello 2012”, Quello SUPER (Replay)
C(hi)arissimi Proff. (e Presidente fondazione “Campiello”),
mi rivolgo a tutti voi componenti della giuria del
prestigioso premio “Campiello”2012, quello cosiddetto
del cinquantenario,al quale si è voluto attribuire,chissà
poi perchè,una valenza di “superpremio”,per rivolgervi
una domanda:
se superpremio doveva essere,implicitamente,
si presume una superattenzione da parte di un così
dotto consesso di accademici ma,voi accademici,
quella “collina del vento” (nel caso l’aveste dimenticato,
è il titolo del libro che voi avete,enfaticamente,incluso
in “cinquina”) l’avete letto?
Io,purtroppo,sull’onda di un’enfatica,assillante,nonché
fragorosamente martellante,campagna imbonitrice
della kultura dominante,l’ho letto.
Intendiamoci,non per “arricchire” la mia cultura ma
per verificare dove è arrivata la kultura.
Ed ho constatato dove è arrivata:sull’orlo di un burrone
(timpalea),ai margini di una collina”del vento”(rossarco).
Io mi rendo conto che per poter concorrere ad un
premio letterario oggi,in Italia,conviene compiacere la
vulgata e le mode correnti con:
– l’antifascismo;
– la resistenza;
– l’assioma: povertà=onestà:
-l’identificazione: ricchezza=disonestà;
-la cultura è tale, se è di sinistra ,o non è ;
-un pò di archeologia (cultura è,addirittura classica);
-un pò di ecologia (cultura non è,ma fa “chic”) ;
E “La collina del vento” si è rigorosamente adeguata
a tutto ciò.
Ma ve li immaginate un Manzoni,un Giuseppe Tomasi
di Lampedusa,che concorrono al Campiello e vengono
esclusi per scarso impegno social-politico?
Ovviamente,mi scuso per il sacrilego accostamento,
ma il confronto tra la meticolosa aderenza storica ed
ambientale dei due grandi e quella vistosamente
superficiale,
confusionaria,
inverosimile,
inattendibile,
assurda,
ingiustificabile,
inimmaginabile e,a volte,
ridicola,
del nostro autore ,dovrebbe indurci,tutti,a riflettere.
1º-come si può pensare che,negli anni trenta,un Arcuri,
un semiacculturato,venga elevato al rango di oppositore
del regime fascista e, quindi,avviato al confino di polizia
nell’isola di Ventotene dove sappiamo aver soggiornato
oppositori di ben altro spessore e di ben altra cultura,
come Altiero Spinelli,Mauro Scoccimarro ,Sandro
Pertini e Pietro Secchia.
Ciò che deve meravigliare non è l’assurda ed eterogenea
mescolanza ma,soprattutto,l’assurdità cronologica,visto
che il confino, a Ventotene,fu istituito soltanto nel 1940,
quando il nostro semiacculturato da un bel po’,si era già
felicemente ricongiunto con la propria famigliola.
Così,almeno,afferma l’autore.Anzi,fa di più.
Fa dire al suo eroe,il semiacculturato,la cui formazione
politica si è giovata dell’immaginaria contiguità con altri
presumibili più illustri confinati,mentre istruisce un gruppo
di analfabeti totali,che “il comunismo,una volta preso il
potere,darà la terra ai contadini e rispetterà quella dei
piccoli proprietari” .
Al poverino nessuno degli illustri confinati aveva parlato
di “kulaki “falcidiati, sulla piazza rossa,a Mosca,dalle
oleate mitragliatrici di quello stinco di santo di Stalin che,
in deroga a quanto già teorizzato da quell’altro stinco di
santo di Lenin,in cui si configurava “Lo StatoPadrone”,
finalmente,riconosceva loro il diritto alla proprietà della
terra:
a ciascuno,indistintamente, 3.36 metri quadrati…
per l’inumazione.(Provate a moltiplicare 1.20×2.80).
2º -come può essere possibile che un aereo inglese,
mentre bombarda Crotone,viene colpito dalla contraerea
e il pilota,facendo sfoggio di una scarsissima intelligenza,
dove cerca una via di scampo?
Tentando un atterraggio di fortuna sulle spiagge del
lungo litorale jonico,come più volte accaduto,prima,
durante e dopo il conflitto,a tanti piloti italiani,tedeschi
ed alleati, in difficoltà?
No.
Cercando un qualche splash sul mare?
No.
La sua temerarietà anglosassone gli suggerisce di cercare
la salvezza giocando la carta più stupida,e dirige il velivolo,
che perdeva quota,verso la collina boscosa insidiata da
burroni e calanchi.
Peggio per lui? Macchè.
Saltellando”come un grillo azzoppato”dove si va a fermare?
Ma proprio al bordo del burrone,col muso della fusoliera
sul baratro.
Incredibilmente il pilota esce indenne e viene accolto dalla
famiglia del semiacculturato che,finalmente,può dare un
valido contributo alla causa dell’antifascismo,inaugurando,
pensate,già nel1940,la Resistenza,anticipandola di tre anni
rispetto a quella del nord,addirittura,in Calabria,generosa
terra che,a buon diritto,si può vantare di tutto,tranne che
di “fischia il vento”.
Dove credete che lo nascondano?Ma proprio nell’unico
vano di una casetta di campagna,diciamo di circa 16/20
metri quadrati, dormitorio,ricovero per attrezzi e derrate,
accogliente nido d’amore e deposito di paglia.
E si sa come sono grandi le …balle.
3º- come può essere pensabile che “in pochi minuti”,
partita da Crotone,giunge su quella fantasiosa collina una
camionetta con militari.
Si dovrebbe presumere un buon raccordo viario con la
vicina Crotone.
Invece sappiamo che,ancora oggi,tra fiumare,smottamenti
e calanchi argillosi,quelle colline sono servite da sentieri
per capre.
Gli antichi greci,poi, non si sarebbero mai sognati di potervi
edificare una favolosa Krimisa,preferendo i siti pianeggianti
e,logisticamente,sul mare (si pensi a Locri,Taranto,Sibari,
Metaponto,Thurio,Siris e,appunto,CROTONE,tanto per dover
restare sul versante jonico).
È da credere,invece, che su quella collina ci si arrivasse solo
a dorso d’asino.Come,d’altronde,fa intuire lo stesso autore.
Ed ora viene il bello.Quei militari “vestivano in uniforme
nazifascista e,dall’accento,si capiva che,qualcuno di loro,
era tedesco”.
Ma come si può essere così puerili.
Nel 1940,non solo in Calabria,ma in tutta Italia,non si registra
alcuna presenza militare tedesca,men che meno a Crotone,e
men che meno,si favoleggia di una divisa “nazifascista” di cui,
peraltro,non si ebbero tracce nemmeno durante la Repubblica
Sociale che tenne ben riconoscibili e distinte le sue forze
armate da quelle tedesche della Wermacht,nonchè dalle SS.
Ma il colmo del ridicolo,di quei militari,è che si accontentarono
di “dare una semplice occhiata alla casetta”,il cui proprietario
era,notoriamente,un “sovversivo”,”disfattista”ed antifascista.
4º-come può essere possibile che la ricerca del pilota inglese,
quasi a volerne agevolare la fuga,viene rinviata al giorno dopo,
sempre con militari “nazifascisti”,e siamo sempre in Calabria,e
siamo sempre nel 1940, rastrellando boschi e dirupi,e dando
la solita occhiatina alla “inviolabile”stanza senza chiedersi
cosa ci può essere dietro quelle …balle.
Ma,via,come si può immaginare che, di quei militari,alcuni si
siano dedicati a rubacchiare pezzi di motore di quell’aereo,
come se potessero calzare su motori “nazifascisti”,senza fare
i conti con la ben nota incompatibilità tra “pollici”anglosassoni
e “centimetri” nostrani.
Ignorando,comunque,che già in quegli anni,i motori d’aereo
erano talmente protetti e sigillati che vi si poteva accedere
solo in officine attrezzatissime, a meno che non si usasse il
cannello della fiamma ossidrica e,pensate,con quali effetti
devastanti sulla desiderata riutilizzazione dei …pezzi.
Ma,poverini,quei “nazifascisti”,nella loro sciocca ingenuità,
erano,forse,convinti che,per accedere ad un motore inglese,
sarebbe potuto bastare,ovviamente,una semplice,banale…
“chiave inglese”.
5º-come può essere possibile scrivere pagine così esilaranti
riferendosi a precisi ed ormai acclarati fatti storici accaduti a
ridosso del 25 LUGLIO ed oltre il caotico 8 SETTEMBRE 1943.
Subito sappiamo che i caporioni fascisti sono spariti dal paese.
È verosimile,se mai,un defilarsi.Sappiamo benissimo che la
maggior parte la ritroveremo,di lì a poco, a disinvolto servizio
del partito comunista,con buona pace del candido Arcuri al
quale si risparmia,molto opportunamente,il dolore di assistere
al “riciclaggio” .
Esemplare il caso di Silvio Messinetti,vice-podestà di Crotone
fino al 25 Luglio 1943.
Diamogli appena il tempo di buttare alle ortiche stivali,orbace
e camicia nera e,”voila”,il primo sindaco della nuova Crotone
democratica,ovviamente comunista.
Crotone,in fondo,è vicinissima a “Spillace”.
È storicamente comprovato che, nello scorcio finale di quel
convulso arco di tempo,i tedeschi,in ritirata,si comportarono
da galantuomini (magari avessero fatto altrettanto,in seguito,
in Ιtalia settentrionale) e non si appropriarono nemmeno di
una gallina sbandata.
I soli sbandati che incrociarono furono i malandati soldati
italiani del “tutti a casa” che,molto opportunamente e,
giudiziosamente,osservavano con ostentata indifferenza.
Si limitarono,e quì posso intervenire con testimonianza molto
diretta e ricordi personali,a bruciare tutto quello che non
potevano portarsi dietro e,con rigore teutonico,seguirono
un percorso unico: la strada litoranea SS 106 jonica.
In paesini tipo Spillace o insignificanti “colline del vento” non
si capisce proprio che c…o dovevano andare a fare,vista la
mancanza di tempo,con gli alleati che,indisturbati,avanzavano
speditamente lungo la costa jonica.
E non vi dico dei”fascisti sbandati”(esistenti solo nella debole
fantasia dell’autore)che si accodavano ai tedeschi per andare,
Insieme,a consumare,vendette di cui ai tedeschi,ma in special
modo ai fascisti,non importava un c…o.
L’arcano é subito svelato:
OGNI RESISTENZA VUOLE I SUOI MARTIRI.
E l’autore provvede con due castronerie fuori dalla storia:
UN INGLESE IMPICCATO,a fascismo caduto,dopo averla fatta
franca per tre lunghi anni, in barba a quello spietato regime;
UN COMUNISTA DEPORTATO dopo il 25 Luglio del 43;
Questi episodi si sarebbero verificati,in Calabria,tutti
“a babbo morto”,cioè con Mussolini esautorato e prigioniero,
prima a Ponza e poi a Campo Imperatore.
Ma quando ci si lascia prendere la mano dalla dappocaggine
si può anche essere indotti ad ignorare che il Sud era,tutto,
sotto il saldo controllo e l’autorità del legittimo governo
Badoglio che,ad onor del vero,con l’Arma dei Carabinieri,
mantenne l’ordine dal 25 Luglio fino all’arrivo degli alleati,
e anche dopo,specialmente nei più piccoli centri,impedendo,
se mai,possibili rappresaglie di segno opposto sugli,ormai,
inermi fascisti.
6º-come può essere possibile che un prigioniero italiano
in Germania (il figlio del semi-acculturato),a guerra finita e,
quindi,liberato dagli americani,attraversa a piedi la Germania
distrutta e,dopo due mesi arriva,si e no,in Alto Adige,
nutrendosi di radici amare (probabilmente si portava dietro
la zappetta ma,chissà perchè,scartava quelle dolci)e patate
crude (é risaputo che,in Alto Adige,le patate crescono a
bordo strada,spontanee,come tutte le radici selvatiche,
a disposizione di chi ….le scava).
Insomma,più che durante l’internamento,nella dura prigionia
tedesca,ha sofferto la fame dopo,a liberazione avvenuta.
E gli americani dov’erano,con tutto quel ben di Dio con cui
sfamarono l’Europa liberata (da loro)?Poi si ricorda,ma
guarda un po’tu,di avere ancora in tasca un’antichissima
moneta ellenica,sfuggita a tutte le perquisizioni dei tedeschi,
e la baratta,in cambio di cibo,con gli abitanti di qualche maso
sperduto che,com’è noto,sono sempre stati appassionati
cultori di numismatica nonchè stimatori,in particolare,di
antiche monete della “Magna Grecia”.
Mai,e finalmente ora ne abbiamo conferma,quel “magna”
ebbe un significato “alimentare” tanto appropriato.
E,di due mesi in due mesi,a piedi,infine giunge a casa.
Sentite,in Calabria,come in tutta l’Italia,sopravvive ancora
qualcuno di quelle migliaia di reduci della prigionia in
Germania.Chiedete a loro.
Vi diranno che il ricordo più bello della loro vita è,ancora
oggi,il viaggio di ritorno,tutto in treno e,solo per brevi tratti,
con mezzi messi a disposizione dagli americani, insieme
con abbondantissime razioni alimentari in cui, a dire il vero,
mancava soltanto “il caviale”.Ma quello,si sa,lo dispensavano
solo i russi,unicamemte,ai fortunati italiani che ebbero il
privilegio di “trascorrere” la prigionia in URSS.
Forse fu proprio a causa dell’esagerata ingestione di quella
leccornia che non ne sopravvisse quasi nessuno.
CONSIDERAZIONI :
I PROMESSI SPOSI
GUERRA E PACE
VIA COL VENTO
IL PONTE SULLA DRINA
DOKTOR ZIVAGO
IL GATTOPARDO ………………………….non gridano vendetta?
ERNESTO SCURA