«E Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore, perché egli ha avuto riguardo alla bassezza della sua serva; poiché ecco, d’ora in poi tutte le generazioni mi proclameranno beata”.»
Il rispetto verso la figura di Maria, la benedetta fra le donne, beata non a causa della fede, ma per ciò che dice il Signore, quindi dalla Parola, si fonda sulla speranza di giungere, come Lei, a gioire in Dio.
Maria vive in maniera straordinaria l’impresa che compete a ogni cristiano: essere completamente disponibili alla Volontà divina, anche quando è misteriosa; Ella si abbandonò con assoluta fiducia alla parola che l’Angelo le annunciò, diventando, proprio per questo, maestra di fede. Maria ci insegna ad essere completamente disponibili al volere divino, e il saper vivere le circostanze della vita ordinaria alla luce della fede, anche nei momenti di oscurità. Ecco perché, se la nostra fede è debole, ricorriamo a Maria. La Santissima Vergine visse la fede in una esistenza pienamente umana, quella di una donna comune, non le furono infatti risparmiate, durante la sua vita terrena, né la stanchezza del lavoro, né l’esperienza del dolore, fù infatti costretta ad assistere alla peggiore esperienza di dolore per una madre, l’uccisione del suo unico figlio. La nostra fragilità non è di ostacolo alla grazia, al contrario, Dio ne tiene conto e per questo ci ha dato una madre. “Il mese di maggio ci incoraggia a pensare e a parlare in modo particolare di lei”, constatava papa San Giovanni Paolo II in un’udienza generale all’inizio del mese di maggio del 1979. “Infatti questo è il suo mese. Così, dunque, il periodo dell’anno liturgico e insieme il mese corrente chiamano e invitano i nostri cuori ad aprirsi in maniera singolare verso Maria”. Maggio è anche il mese in cui, in un piccolo villaggio del Portogallo, Fatima, nel 1917 avvennero fatti straordinari che lo trasformarono in uno dei più frequentati santuari mariani del mondo. Tutto cominciò il 13 maggio quando i pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta, mentre giocavano alla Cova da Iria notarono due luci come lampi e subito dopo videro “una Signora tutta vestita di bianco più splendente del sole, che diffondeva una luce più chiara e intensa di un bicchiere di cristallo pieno di acqua pura attraversato dai raggi del sole più ardente”. Il suo volto – descrive Lucia – indescrivibilmente bello, non era “né triste né allegro, ma serio”, con un tono di dolce rimprovero. Le mani giunte, come per pregare, appoggiate sul petto e volte verso l’alto. Dalla mano destra pendeva un rosario. Le vesti parevano fatte soltanto di luce. La tunica era bianca, così pure il mantello orlato d’oro. Ed è proprio questa Indescrivibile esplosione di Luce, che la comunità bizantina di Cantinella, unica nelle sue peculiarità, si accinge a venerare e festeggiare da più di mezzo secolo. Nonostante le piccole dimensioni della comunità, sono grandi l’ardore, la gioia, la fede, l’impegno e la profonda devozione con cui l’intera popolazione, si accinge a rendere grazie alla Madre di Dio con riti religiosi e festeggiamenti.