Si è svolta ieri, con il consueto successo, la 166esima edizione della Festa della Polizia, nella splendida cornice del Teatro Rendano a Cosenza. Alla presenza del questore di Cosenza, Giancarlo Conticchio, al quale sono stati resi gli onori per l’egregio lavoro svolto nel garantire la sicurezza ai cittadini, sono state consegnate anche le onorificenze e le ricompense ai poliziotti che hanno portato a termine importanti attività operative, e ai Cittadini, Associazioni ed Enti che si sono particolarmente distinti per meriti civili.
Tra tutti, un riconoscimento particolare è andato al sac. Don Cosimo Galizia, con la seguente motivazione “ In segno di stima e ammirazione per l’impegno, la dedizione e la passione profusa nel portare la parola di Dio alle donne vittima della tratta”.
L’onorificenza è stata riconosciuta a Don Cosimo per il gesto di grande coraggio e umanità dimostrato durante le giornate della missione popolare, svoltasi nelle frazioni di Thurio e Apollinare nel febbraio scorso.
In quell’occasione, il parroco volle consegnare personalmente alle giovani donne costrette a prostituirsi sulle strade del nostro territorio, un sacchetto simbolico di misericordia, contenente un panino, una bottiglietta d’acqua e un’immagine consacrata.
Un gesto apprezzato e riconosciuto come meritevole di lode dal Questore Conticchio, che ha voluto fortemente la presenza del parroco sul quel palco.
Don Cosimo si è detto molto contento e profondamente grato al questore, per questo attestato di profonda stima.
“Non pensavo di suscitare tanto interesse per un gesto che ho fatto per carità cristiana, ma ringrazio pubblicamente il questore per l’onorificenza. La prostituzione è un fatto serio ma tante volte dimentichiamo che quelle donne guardate con sospetto, fanno una vita che non si sono scelte da sole – ha commentato Galizia -portare la presenza di Dio anche laddove sembra non ci sia speranza, mi è sembrato importante. Ho certezza che quelle ragazze siano rimaste colpite e abbiano accettato con umiltà il nostro piccolo dono.
Non è un gesto di portata eccezionale e non servirà nemmeno per cambiare la loro vita – aggiunge – ma credo che una società che si professa cristiana, debba stare vicino soprattutto a chi vive ai margini di essa, sopraffatti tante volte da vicende a noi oscure.
Io, ministro di Dio, non sono nessuno per giudicare, ma posso però portare la carità cristiana laddove si è persa, posso fare un gesto che è stato una scelta fraterna di vita.
Qualcuno ha giudicato il mio un gesto azzardato, pericoloso. Io dico che non bisogna mai avere paura se si cammina nella pace del Signore e se tornassi indietro ripeterei mille volte la stessa azione, sperando e pregando che ci sia un cambiamento nelle coscienze di tutti.”
L’onorificenza è stata consegnata al parroco dal presidente della corte d’Appello di Catanzaro, Domenico Introcaso.
Alla cerimonia sono intervenuti il prefetto Gianfranco Tomao, il procuratore della Repubblica di Cosenza Mario Spagnuolo, il presidente della provincia Franco Iacucci, il presidente del consiglio comunale di Palazzo dei Bruzi Pierluigi Caputo, il comandante provinciale dei carabinieri Piero Sutera, il rettore dell’Università della Calabria Gino Cresci e tante altre personalità di spicco.
MARIA LA GROTTA