Era da 20 anni che non tornavo a Corigliano, sono emigrato in Argentina quando ero ancora bambino. Quest’anno ho approfittato della mia pensione per passare la Santa Pasqua nel mio amato paesello. Dopo 20 anni tante cose sono diverse. Il giovedì Santo non è più come un tempo…Ricordo che da bambino si faceva difficoltà a camminare, era un’impresa girare i Sepolcri, come usiamo dire noi coriglianesi.
Adesso la gente è poca, l’amore per le tradizioni sta andando via via scomparendo. Ma la bellezza della processione dei “vattienti” resta immutata. Il patos di tutti i partecipanti crea un’atmosfera mistica. Il lungo corteo che accompagna Gesù Cristo verso la crocifissione è quasi reale agli occhi di chi lo ama. E’ stato uno spettacolo di sensazioni e musica. Ho rivissuto le stesse cose che provavo da bambino. E l’aggiunta della musica ha reso tutto più affascinante. Il Maestro Pio Santella, che ricordo da sempre alla guida della sua banda, ha saputo regalare alla popolazione con i suoi musicisti uno spettacolo a dir poco eccelso e magico. Riascoltare gli antichi suoni della troccola e delle campane mi ha riportato alla mia infanzia. Vedere i musicisti concentrati nell’esecuzione delle marce funebri, vecchie e nuove, e accompagnarle anche con canti ha reso il tutto unico. Una banda che suona e canta non si era mai vista né a Corigliano né in Argentina. Stasera alla processione dei Misteri sarà quindi incantevole, mi sono detto. Ma mi è stato risposto che stasera ad accompagnare la processione ci sarà un’altra banda diretta da un maestro di Castrovillari. L’amara delusione era chiara nei miei occhi. Sono tornato nel mio paesello dopo 20 anni e ho rivissuto emozioni che mi accompagnano dall’infanzia, ma dolori nel vedere una popolazione senza quasi più orgoglio. Ho trovato una Corigliano che quasi non esiste più perché unita con Rossano, e una delle due bande di Corigliano diretta da un castrovillarese. Coriglianesi fatevi sentire e amate il vostro paese.
Un ormai argentino ma col cuore sempre coriglianese