“Il mio vuole essere un accorato appello nei confronti delle istituzioni, della magistratura, della pubblica opinione, affinché qualcuno possa fare qualcosa e risolvere una situazione che è fonte di malessere e preoccupazione. Il mio è il grido di dolore di una figlia che chiede umanità e rispetto per un genitore anziano e con gravi problemi di salute, che oggi vive una condizione carceraria destinata certamente ad arrecare ulteriori danni alla sua salute”.
è quanto dichiara Carmela Manna, residente nella frazione Apollinara del comune di Corigliano Calabro. La vicenda alla quale si riferisce la signora riguarda il padre, Cosimo Manna, arrestato circa una settimana fa e condotto presso la casa circondariale di Castrovillari.
“Da un giorno all’altro, come un fulmine a ciel sereno, la nostra famiglia si è ritrovata in una situazione paradossale, un vero e proprio incubo. Mio padre Cosimo, 69 anni, grande lavoratore, cardiopatico, si è ritrovato ad essere arrestato perché accusato del reato di abuso edilizio e per questo condannato in via definitiva a 3 anni e 6 mesi di detenzione. Ora io mi chiedo – dichiara ancora la signora Carmela Manna – come sia possibile che un uomo di questa età, e peraltro con problemi di salute, sia costretto alla prigionia per un reato che non è certamente di primaria importanza, mentre invece ogni giorno si leggono e si ascoltano notizie di persone che per fatti molto più gravi (anche omicidi o tentati omicidi) scontano la loro pena agli arresti domiciliari o sono addirittura in libertà”.
“Questo mio pubblico appello – conclude Carmela Manna – vuole andare a scuotere le coscienze e la sensibilità di chi può fare qualcosa affinché mio padre possa ritrovare la libertà ed essere abbracciato da tutti noi famigliari. Se deve scontare una pena per abuso edilizio, che questo allora avvenga ad esempio nel regime di detenzione domiciliare. Non è concepibile che per un simile fatto un uomo, che in tanti conoscono e stimano ad Apollinara e in tutto il comune di Corigliano, sia costretto a stare in carcere”.
Corigliano Calabro, 30 gennaio 2018