Settembre 1943.Le colonne motorizzate della 5ª armata americana e della 8ªarmata inglese scorrevano,con ritmi costanti,sulla SS 106,ed i loro automezzi e blindati sono passati tutti,uno dopo l’altro,davanti a casa mia. Siccome a Corigliano,al tornante sotto i “Pignatari”,erano costretti ad effettuare manovre di va e vieni a causa del troppo ampio raggio di sterzata dei loro automezzi,
tutti dotati di trazione anteriore che,per quei tempi,limitava la sterzata,s’ingeneravano lunghe soste della lunga colonna motorizzata,e noi ragazzi avevamo il tempo per intavolare discorsi e fare qualche baratto:pomodori contro cioccolata, melloni contro carne in scatola e biscotti.
I più imbranati in questo tipo di “commercio” eravamo io e Narduzzo,i piu giovani, che non avevamo nè la dialettica nè l’imtraprendenza dei più grandi. Escogitammo,pertanto,una diversificazione,buttandola sul “sentimento” religioso che,intuimmo,faceva moltapresa su quei giovani soldati che,con molta probabilità,andavano,forse, anche incontro alla morte.
Mia madre usava conservare tutte le immaginette ch le davano in chiesa,ed io,di nascosto,cominciai a rifornirmi di quelle figurine per darle,in consociazione con Narduzzoa,a quei soldati. E,furbi,non chiedevamo nulla in cambio.Il gioco si rivelò molto redditizio perchè,quei soldati,grati per la nostra intercessione… col cielo,a protezione delle loro…anime,non mancavano mai di regalarci cioccolata,o biscotti,o scatolette di carne,la famosa “Corned Beef”o le caramelle col buco,per no grande novità e, poteva mancare? Sigarette.
Noi non fumavamo,però furono di molta utilità nella manovra per blandire le ire dei nostri genitori che furono,in fondo,ripagati dal possesso di quella merce rara che apriva tutte le porte. Ci fu però un episodio che,sorprendentemente,mi raggelò.
Quando ad un soldato,alla guida di una di camionetta,con molta cautela e delicatezza,posai una di quelle sacre immaginette sull’avambracio che teneva appoggiato al finestrino,lui mi guardò e,con molta educazione,e con un compiacente sorriso,motivò il suo rifiuto dicendo:“ I Protestant”.
Rimasi interdetto,perchè,allora,per me,l’unica religione al mondo, era quella cattolica. Ci pensarono i grandi,poi,a chiarirmi la cosa.Comunque non è da credere che quella immaginetta andasse sprecata. Ci rifacemmo subito con la successiva camionetta,da cui scesero due atletici soldati,a torso nudo che,dopo aver calzato un paio di guantoni,si misero,disinvoltamente,a boxare.
Era così che si sgranchivano,tenendosi in esercizio,ad ogni sosta. Aspettammo la fine del “round” per poter compiere quella nostra ormai collaudata azione ispirata alla “bontà divina”e,quelli,dopo una carezza,ci riempirono di chewingum,biscotti,e cioccolata, beninteso dopo aver preso i rispettivi santini che riposero,con devozione,nei loro portafogli,non prima di averli rispettosamente baciati.
Col passare degli anni,di tanto in tanto,ripenso,con un pizzico di pudore,a quegli episodi e sono assalito quasi da un rimorso per aver sfruttato quell’ignobile sfacciato ricorso alla “humana pietas”, abusando del senso religioso di quei sinceri ragazzoni americani che,anche se non quacqueri,erano impregnati di quella sana e rispettabile moralità e fede cristiana che,tuttora,caratterizza la famiglia tipo americana,tra il sermone domenicale del pastore e… la torta di mele della mamma.
E noi, facevamo leva sulla debole e fragile sensibilità di chi era candidato …alla morte. E non so se sentirmi più “sagrestano “ o …”becchino”.
Ernesto Scura