Il Presidente Cor Bonum, Graziella Algieri: “Si tratta di una fusione necessariamente da differire”.
Cor Bonum vuole rappresentare quella società di cittadini di Corigliano Calabro che vogliono dare il loro contributo a costruire una fusione fatta bene. Il mio, dichiara il Presidente Graziella Algieri in audizione regionale, vuole essere un invito rivolto alla Regione, ai suoi Consiglieri, di un preciso atto di responsabilità’ politica per un processo di fusione iniziato male ma che deve finire bene.
Vogliamo una fusione ma fatta bene. Per una fusione fatta bene non possiamo non seguire l’esempio della Regione Abruzzo . Caso nuova Pescara – Corigliano – Rossano, rappresenta, per i numeri, per la mancanza di un apposito studio di fattibilità’, per la mancanza di un minimo di progetto condiviso dai due comuni, che continuano a non parlare tra di loro, un unicum a livello nazionale. La regione Abruzzo, davanti a tale tematica, ha dato incarico ad un gruppo tecnico coordinato dal Prof. Romano Orru’ docente di diritto costituzionale dell’università’ di Teramo. Il prof. Romano Orru’ scrive nella sua relazione alla Regione Abruzzo, testualmente: “Tale processo per la regione Abruzzo avviene in esito ad un processo tanto realisticamente quanto responsabilmente, non si può immaginare possa essere portato a realizzazione in un batter di ciglio e/o per effetto di un semplice tratto di penna. La Gradualità deve essere, pertanto, uno dei principi tratti distintivi di un razionale processo di fusione. Gradualità che comunque non può tralasciare di segnare risultati positivi immediati in relazione all’esercizio congiunto di 1 funzioni e di erogazione condivisa dei servizi da parte dei comuni coinvolti. Si tratta di una fusione ( necessariamente) differita, differimento che la norma e la giurisprudenza consentono (dunque non e’ perentorio il termine per la regione dei 60 giorni). e trova conferma nelle esperienze di altre realtà, tenuto conto che non ci sono precedenti in Italia nella storia recente di fusioni di comuni con queste dimensioni e che la stessa normativa nazionale è stata immaginata e scritta per processi di fusione relative a piccoli comuni. ” Ed Ancora e’ dato leggere dalla relazione illustrativa frutto dello studio del prof. Romano Orru’: “ il limite politico e programmatico del dibattito pubblico, sviluppatosi fino ad ora attorno alla fusione, limitandosi alla unificazione della sola citta’ come città’ apparato deve, invero, oggi, focalizzarsi essenzialmente sul tema della città’ come città’ – funzione, che richiama quello dei servizi, dei flussi, della qualità della vita urbana, dei progetti di vita che essa offre ai cittadini. L’ingrandimento delle anagrafi non necessariamente corrisponde ad un ingrandimento delle funzioni, anzi può tradursi in disfunzione se tutto il processo non e’ guidato dalla efficienza amministrativa e dalla capacita’ politica di prevenire e prefigurare gli scenari.” Tra gli altri compiti che deve assicurare la Regione, prosegue l’Algieri in audizione: quello di garantire il buon andamento della procedura, art. 97 Costituzione che troviamo nelle prime note della legge Delrio come principio da osservare da parte della regione. Ed aggiungo, il testo unico autonomie locali che prevede da parte della regione appositi incentivi per le fusioni e le unioni ancora non fissate dalla regione Calabria. Ed aggiungo: non dimentichiamo che non abbiamo ancora una bozza dello statuto. quello statuto che deve prevedere che alle comunità’ siano assicurate adeguate forme di partecipazione e di decentramento dei servizi. Perdonatemi: che ne può sapere un commissario prefettizio che non conosce la mia città delle adeguate 2 forme di partecipazione che possono essere garantite ai miei concittadini. Lo sanno bene, invero, i due consigli comunali, i due sindaci che sono stati votati e che conoscono la realtà’ delle due città’. I due consigli comunali che avrebbero dovuto ma non hanno predisposto la bozza dello statuto ma che, oggi, necessita fare e non ad opera di un commissario. Una proposta di legge al vaglio della Regione che finalmente riforma una vecchia norma regionale, quale è la n. 13/83. Un testo di riforma presentato da Orlandino Greco e Franco Sergio, che la Regione avrebbe già dovuto approvare prima di avviare i processi di fusione, come le Regioni virtuose del centro e del nord le quali dapprima hanno fissato le regole e poi avviato le procedure. Rinnovo l’invito alla regione e ai consiglieri, di responsabilità’ politica e di seguire l’esempio Abruzzo di procedere a differire la fusione concedendo tempi, modalità’ per poterla realizzare, per permettere ai due comuni di allineare le strutture contabili, amministrative sulla base di accordi; per permettere la redazione dello statuto che deve garantire la partecipazione dei cittadini e il decentramento dei servizi. Noi vogliamo una fusione fatta bene, vogliamo immaginare una fusione che non abbia ricadute negative per imprese e cittadini nella qualità e nei costi dei servizi che vanno, necessariamente, programmati.