Ma quanto sto ridendo a crepapelle
pensando che in Sicilia hanno arrestato
un certo candidato cinquestelle
perché i suoi dipendenti ha malpagato.
La fine di ogni mese, l’operaio,
firmava il cedolino assai deluso
ché i soldi che prendeva – e questo è il guaio –
erano molti meno per abuso.
Abuso del datore di lavoro
che i soldi glieli dava per davvero
ma poi li riprendeva di straforo
belli, puliti ed ovviamente in nero.
Da quando la notizia è stata data
dalle risate mi sto sbellicando
pensando che da noi ‘sta genialata
si è fatta sempre, da che mondo è mondo.
La fanno quasi tutti in ogni campo,
professionisti, mercanti, agricoltori,
e quelli che subiscon, senza scampo,
son sempre i soliti: i lavoratori.
E poi ci sono quelli ancor più scaltri
che ai sottoposti versan le giornate,
centocinquanta giorni e non più altri,
e dopo licenziati e licenziate.
Così facendo, la manovalanza,
che in nero va comunque a lavorare,
prende il sussidio di disoccupanza
e il suo padrone ha di che scialare.
Ma che trovata, ma che idea geniale
aver lavoratori senza orario
pagati per sei mesi, poco e male,
e dopo stipendiati dall’erario.
Possibile che mai nessuno veda
che tutti gli operai disoccupati
han sempre le giornate sulla scheda
che bastano per esser sussidiati?
Non è sospetto o almeno un poco strano
che tutti gli operai disoccupati
a un certo punto e per un che di arcano
risultino all’unisono ammalati?
Che fanno gli ispettori del lavoro?
Che cosa fanno oggi i sindacati?
Son diventati ciechi pure loro
oppure ciechi lo son sempre stati?
E allora il cinquestelle candidato,
messo agli arresti per sto fatto strano,
non si disperi e non sia preoccupato
perché lo candidiamo a Corigliano.
Ché quelli come lui da noi, assai spesso,
non solo li abbiamo candidati
li abbiamo pure eletti con successo,
li amiamo e li abbiamo sempre amati.
Ausonico Bizantino