Anche i sindacati in questo periodo affermano che con la fusione tra i due Comuni ci saranno più opportunità di lavoro, investitori italiani ed esteri che verranno qui attirati da chissà cosa, migliore efficienza, più innovazione ecc. Più innovazione ed efficienza, in senso lato, non si otterranno automaticamente con la fusione amministrativa di due enti territoriali.
Sono processi lunghi che prevedono analisi di fattori interni ed esterni sia positivi che negativi e come mitigare anche eventuali minacce esterne siano esse di natura economica o riguardante le legislazioni nazionali, comunitarie e regionali.
Le maggiori risorse finanziarie in entrata al momento sono prettamente virtuali. Lo dice la legge sulle fusioni certo, ma poiché lo Stato italiano vive in un costante bisogno di reperimento di risorse finanziarie a motivo del debito pubblico nazionale, a causa del pareggio di bilancio inserito in Costituzione dovuto a vincoli comunitari, questi soldi previsti non è sicuro che arriveranno, quando arriveranno e in che misura. E’ noto a tutti come spesso le regole sono stravolte in Parlamento e di come i soldi pubblici vengono di volta in volta utilizzati per mettere qualche pezza qua e là derogando a norme legislative.
Non è detto che ci sarà più lavoro e arriveranno numerosi investitori sul territorio. La Calabria al momento è poco attrattiva e sono molte le realtà in crisi. A Gioia Tauro le società operanti al porto sono sempre pronte a licenziare e di nuovi investitori nell’area industriale se ne vedono pochissimi interessati. Eppure è il più grande terminal del Mediterraneo.
All’Ilva di Taranto, a quattro passi dalla Sibaritide, si assisterà ad una significativa diminuzione di personale. E noi, qui non abbiamo le stesse infrastrutture di Taranto.
Solo perché ci sarà la fusione verranno grandi gruppi industriali per magia? La Boeing per produrre fusoliere per aerei non ha investito a Grottaglie (32 mila abitanti) perché la città si è fusa con un altro comune limitrofo, ma perché vi è stato qualche personaggio politico di “razza” che si è mosso in tempo, con il necessario supporto di Regione e Stato, e si è fatto conoscere agli investitori il potenziale umano e territoriale. In un comune di 32 mila abitanti si è insediato un colosso cha fattura miliardi dollari indipendentemente dal numero degli abitanti residenti.
Un paio di anni fa, per un amico imprenditore del posto ho cercato di trovare potenziali acquirenti del suo capannone di quasi 4000 mq. Vi riporto la testuale risposta di una notissima multinazionale: “
“Buonasera dott. Drago,
La ringrazio per aver pensato ad ****** purtroppo devo comunicarLe che la Regione Calabria non rientra fra le aree di espansione per *******.” (A chi non crede posso mostrare l’e-mail di risposta).
E’ il sistema Calabria che non va, che non attira. Non è un problema di risorse o di fusioni.
Allo stato attuale delle cose non è necessaria la fusione per ottenere migliori performances territoriali, basta solo che la classe politica e dirigente locale si sappia muovere, sappia chiedere e bussare alle porte giuste. Chi amministra i due comuni deve riuscire a realizzare qualche cosa assieme. Se finora non si è riusciti nemmeno a fare una semplice programmazione estiva comune, si potrà dall’oggi al domani programmare e realizzare cose ben più importanti e più complesse?
Una domanda inoltre mi è sorta a cui nessuno ha saputo (o non ha voluto) dare risposta: chi ha certificato i bilanci dei due comuni? Qualche società esterna? Numeri certi ancora non esistono. Anche questo dovrebbero conoscere i cittadini di Corigliano e di Rossano.
O forse, e spero mi sbaglio, non ci sarà un segreto “patto di Londra” in versione corisanese?
Salvatore Drago
Iscritto Partito Democratico.