Ieri sera, nel più opportuno dei momenti (per lui, ovviamente), ed a solo un paio di giorni dal prossimo Consiglio Comunale, Giuseppe Geraci è uscito allo scoperto sulla fusione palesando, con un comunicato stampa, quello che tutta la popolazione Coriglianese che non è solita trascorrere le sue giornate con il “prosciutto sugli occhi” sa già da tanto tempo e, cioè, che la fusione lui non l’ha mai voluta ma, all’epoca, sarebbe stata fatta votare ai consiglieri di maggioranza solo per “ordine di scuderia”, giusto per tenersi buono qualche “delfino” (o forse è meglio dire “tonnetto”???) fino alla fine, o quasi, del mandato.
Del resto, ve l’avevo già anticipato in un mio recentissimo comunicato stampa (http://www.coriglianocalabro.it/index.php/politica/15819-siinardi-i-trucchetti-del-referendum-e-gli-scienziati-della-fusione).
La lettura politica di tale “uscita” serale di Geraci è di una banalità disarmante. Dopo l’annuncio di Caravetta sul ricorso al TAR, sono intervenuti, con i vari comunicati stampa, i diversi consiglieri comunali che dovevano essere “bruciati” politicamente sul campo e poi, voilà, il colpo del maestro (elementare, Watson).
Allo stato attuale, la maggioranza geraciana è spaccata in 4 fazioni (suscettibili, ovviamente, di ulteriori allargamenti).
1) Il primo a venire allo scoperto è stato Caravetta, lo scorso 25 giugno, con il ricorso al Tar contro la fusione e, ovviamente, non si può di certo non pensare, col senno di poi, che non ci possa non essere Geraci alla “regia” politica di questo “coup de theatre”, soprattutto dopo avere letto il comunicato di iersera.
2) Poi abbiamo avuto Algieri, Ascente, Bruno, Dardano e Olivieri i quali, rispettivamente nello scorso 26 giugno e 5 luglio, hanno chiesto ufficialmente a Geraci prima di fare “chiarezza sulla fusione” e, poi, di opporsi al ricorso di Caravetta. Questa doppia uscita per Geraci è stata una “pescata” eccezionale e, infatti, con un solo comunicato stampa, ieri sera, è riuscito a “polverizzare” politicamente tutti i Dimiani in un colpo solo e, per non farsi mancare nulla, anche il Consigliere Olivieri il quale è stato, come tutti sappiamo, uno dei consiglieri comunali più votati nella storia del Comune di Corigliano e, quindi, uno dei più temibili politicamente.
3) Finita qui? Magari. Il 5 luglio, per “bruciarsi”, è il turno di Turano, già Consigliere delegato dal Sindaco alla fusione. Lo stesso Turano, con un apposito comunicato stampa, provvede a ribadire al Sindaco, ed a chiare lettere, la sua posizione assolutamente a favore della fusione. Con il comunicato di ieri sera, Geraci è riuscito a far cadere nella rete anche lui e la “botta”, di sicuro, si farà sentire parecchio visto che, come detto, Turano assumeva proprio il ruolo di Consigliere Comunale di riferimento del Sindaco per il progetto di fusione. Come potranno coesistere entrambi nella stessa maggioranza in Consiglio Comunale?
stato Caravetta, lo scorso 25 giugno, con il ricorso al Tar contro la fusione e, ovviamente, non si può di certo non pensare, col senno di poi, che non ci possa non essere Geraci alla “regia” politica di questo “coup de theatre”, soprattutto dopo avere letto il comunicato di iersera.
4) Rimane il quarto “troncone”, coloro i quali non hanno ribadito ancora ufficialmente la loro posizione sulla fusione mantenendosi nel “limbo”, ovvero: Baffa, Sposato, Mauro, Gattuso, Avolio, Primavera e Altomonte. A questi consiglieri, evidentemente, ad oggi è teoricamente possibile esprimersi in qualsiasi modo e, quindi, sono i soli consiglieri di maggioranza (oltre al Caravetta che è già al sicuro) che possono ancora, in qualche modo, salvarsi “in corner” e, guarda caso, sarebbero anche quelli che Geraci temerebbe meno politicamente. E, molto probabilmente, è possibile che presto andranno a fare compagnia a Caravetta e allo stesso Geraci “sintonizzandosi” anch’essi sulla posizione del “No” alla fusione.
Del resto, soltanto qualche “tontolone” poteva pensare che Geraci non avesse alcuna intenzione né, tantomeno, voglia di ricandidarsi alle prossime elezioni. Nelle more della decisione del Consiglio dei Ministri circa un eventuale scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazione mafiose, il quale procedimento potrebbe concludersi, in un senso o nell’altro, anche a dicembre (a soli pochi mesi dalle amministrative), è ovvio che il sindaco in carica non poteva di certo restare mano in mano o, men che meno, “tirare la volata” a qualche “delfino” e, giustamente, con la scusa della fusione si è “spazzolato” mezzo consiglio comunale di aspiranti a sindaco o sedicenti tali.
Già. Perché adesso, i 6 consiglieri che hanno ribadito il loro “Sì” alla fusione si trovano ad un bivio molto, ma molto interessante per noi che osserviamo da fuori e altrettanto imbarazzante per loro che occupano quegli scranni. Le opzioni sono solo 2, ed entrambe non promettono nulla di buono (per gli stessi consiglieri).
1) Se, infatti, Algieri, Ascente, Bruno, Dardano, Olivieri e Turano (per il “Sì” confermato) dovessero rientrare frettolosamente “nei ranghi” e sulle posizioni di Geraci (per il “No”) non farebbero altro che dimostrare e certificare a tutta la città il vero significato dei termini “incoerenza” e “ordine di scuderia”, roba che nemmeno nella “Prima Repubblica” delle banane, per intenderci. Tanto più come, almeno per quanto riguarda i primi 5, abbiano chiaramente già paventato l’eventualità di “determinarsi politicamente” non essendo ulteriormente disposti a vedere “ingannate le loro dignità personali su tale argomento”.
2) Qualora, invece, questi 6 consiglieri decidessero di andare per la loro strada facendo fede a quanto già promesso non si può non immaginare che al prossimo Consiglio Comunale del 21 luglio non facciano sentire la loro “voce” uscendo, definitivamente, dalla maggioranza geraciana. Tertium non datur.
In ogni caso, qualunque cosa facciano, hanno già perso.{jcomments off}