Con l’avvicinarsi della data del 22 ottobre in cui dovrebbe svolgersi il referendum sulla conurbazione in Comune Unico delle due cittadine di Corigliano C. e Rossano C. , le due popolazioni (ma specialmente quella coriglianese ) sembrano avere dubbi e perplessità circa le convenienze economiche che potrebbero usufruire l’una e/o l’altra da tale fusione a freddo .
I Coriglianesi sembrano essere più recalcitranti … sempre memori delle sopraffazioni , più o meno fondate, subite nel corso del tempo da parte dei Rossanesi … quando c’erano in gioco posti occupazionali od uffici da allocare qua o là sul territorio … in virtù d’un superiore tasso culturale della città bizantina , già sede di scuole prestigiose , d’un tribunale , d’uomini politici già inseriti in ambito nazionale , nonché sede vescovile da secoli .
Simbolo di questo attrito e di questa subalternità è stato il metaforico lenzuolo issato nel cielo del confine territoriale che separava le due attigue cittadine . Questo fantomatico lenzuolo , col passare del tempo ed in conseguenza d’una più intensa frequentazione sociale , si è consumato od attenuato nelle intemperie dei processi evolutivi … ma ciò non toglie che , data l’alta ed irreversibile posta in gioco , rimane viva e cogente la necessità di ben valutare le conseguenze dell’adesione ad un Sì o ad un No circa la < vexata quaestio> dell’unificazione .
Cui prodest davvero tale Fusione ? A Rossano ch’è stata deprivata di qualche importante orpello ? A Corigliano che strategicamente è messa meglio ? A tutte e due le cittadine che possono vantare unitamente un potenziale culturale ed economico non indifferente ? Allo Stato che potrebbe risparmiare risorse , secondo lo spirito degli accorpamenti : un solo Sindaco , meno consiglieri , meno burocrazia ? O aumento di posti per l’aumentato traffico di lavoro e di nuove competenze ?
I pareri sono diversi : c’è chi è per il sì ( l’unione fa la forza ..) ; c’è chi è per il no ( non vedendo sostanziali benefici per il bene comune delle due cittadine … anzi paventando , con qualche ragione , il più completo abbandono delle numerose frazioni periferiche …) ; c’è chi vorrebbe votare subito e chi invece vorrebbe spostare più in là del mese di ottobre il referendum … per dare più possibilità al cittadino medio di farsi un’idea più approfondita sull’argomento … vista la posta in gioco davvero importante !
Non sta a me inoltrarmi in questo ginepraio di opposti giudizi e pregiudizi … né mi arrogo il compito di dispensare consigli ai dubbiosi ed agli scettici … non avendone né qualità né vocazione . Ciò naturalmente non mi impedisce di farmi anch’io un giudizio , per quanto possibile , motivato e razionale su questo argomento che sta scaldando gli animi dei Coriglianesi e dei Rossanesi … nell’imminenza della data del referendum .
Pur avulso dalla politica attiva , mi piace però guardare a questa problematica … partendo da lontano e con occhio umile di cittadino che ha speso nella cultura gran parte della sua vita professionale . Qualche giorno fa , riflettevo sui problemi atavici della Calabria e della Sibaritide , tenendo davanti agli occhi una cartina geografica della nostra regione .
Tre erano un tempo le province calabresi : Cosenza , Catanzaro , Reggio Calabria . Poi nell’anno 1992 , durante il 7° Governo Andreotti ( 12/4/1991-24/4/92) , spuntarono , più per motivi di politica elettorale che per oggettiva necessità , due nuove province : Crotone e Vibo Valentia . Fatto sta che , sottraendo territorio alla provincia di Catanzaro , si enuclearono le due nuove province : distante la prima 72,5 km da CZ e distante la seconda km 71,8 sempre dal territorio catanzarese . La prima sul versante jonico , la seconda sul versante tirrenico .
Se guardate bene la cartina geografica , vi rendete conto facilmente di come , nella parte centrale della Calabria , operino ben 4 province : CZ KR CS e VV . Al sud estremo opera la provincia di R.C. ma il Nord della Calabria rimase sfornito d’ogni possibile servizio da svolgere in territorio più prossimo e più comodo . Tanto che un cittadino di Rocca Imperiale e paesi vicini , se deve svolgere una qualsiasi pratica burocratica deve sobbarcarsi a percorrere ben 123,6 km per raggiungere la provincia di Cosenza . Per la sola andata . Ma non dovevano essere abolite le province come previste dal governo Renzi ? Fatto sta che allora il potere politico era tutto concentrato nelle mani degli onorevoli di Cosenza , che certamente non vedevano di buon occhio lo sviluppo della Sibaritide che rimase perciò … al palo della subalternità !
Ora però è tempo che la Sibaritide rialzi la testa … per sopperire alle mancate opportunità del passato e lottare per riacquistare quella libertà e quella dignità che le competono , in riferimento al suo glorioso passato . Come Crotone è risorta a nuova vita , anche la vecchia Sibari deve risorgere in una NUOVA SIBARI che inglobi i tre centri principali di CASSANO CORIGLIANO ROSSANO e che in Corigliano veda lo zoccolo duro della futura grande città . Noi dobbiamo essere gli artefici del nostro destino … anche partendo dalla fusione di Corigliano-Rossano se le popolazioni delle due cittadine decideranno democraticamente in tal senso nel prossimo referendum .(Ma voi pensate davvero che Rossano , una volta inglobata Corigliano,penserà anche a fondersi con Cassano ???) Questa Nuova Sibari avrà tutto il potenziale economico- turistico- culturale per affrancarsi dalla vecchia politica ed intraprendere un percorso autonomo di sviluppo di tutta l’area della Sibaritide . Questa è naturalmente la posizione di buona parte della intellettualità locale . Scelgano i Cittadini quale debba essere il futuro del nostro territorio … non trincerandosi in posizioni egoistiche ma tenendo presente il Bene Comune delle prossime generazioni !