Il Ministro calabrese dell’Interno regala alla sua regione, la Calabria, la prossima apertura di tre nuovi hotspot per migranti. Uno di questi sarà istituito anche a Corigliano Calabro, probabilmente presso il porto di Schiavonea. In sostanza, sarà allestita presso la nostra struttura portuale una postazione per procedere all’identificazione dei migranti prima che gli stessi vengano trasferiti presso i centri di accoglienza.
Pur prevedendo la legge che questa attività debba compiersi in un arco temporale abbastanza ristretto, c’è da scommettere che la stessa, alla luce anche del numero particolarmente elevato dei migranti sbarcati negli ultimi mesi a Schiavonea, si protrarrà per parecchio tempo con i disagi che si possono facilmente immaginare. Alle prese di posizione di Germania, Francia, Spagna ed altri, confermate da ultimo anche durante il vertice informale dei Ministri dell’Interno dell’Unione Europea in corso in Estonia, e relative all’impossibilità di mettere a disposizione i propri porti per aiutare l’Italia a far fronte a questa nuova ondata migratoria, il governo nazionale risponde con interventi che vanno nella direzione di esporre ancora di più il nostro Paese ad un fenomeno diventato ormai incontrollato e di cui l’Europa evidentemente non vuole farsi carico. Di fronte a questa situazione, anche sulla nostra città, si è abbattuta una decisione che va nella direzione di penalizzare un’area urbana ed un territorio che, invece, meriterebbero ben altre attenzioni da parte del governo nazionale. Infatti, non si trova di meglio che calpestare, con scelte di vertice, imposte dall’alto, che non sono frutto di un necessario confronto con le realtà locali, le legittime aspirazioni di un comprensorio che viene beffato da politiche nazionali che puntano, per esempio, a valorizzare il porto non per la sua vocazione turistica ed ittica ma per la sua utilità strumentale a progetti di accoglienza che rischiano di essere inefficaci. Non vogliamo che su questa vicenda cali il silenzio. Che tali decisioni siano prese senza il consenso o il confronto con le istituzioni locali che ci risulta non esserci stato. Per questo abbiamo deciso di porre la questione a livello nazionale, chiedendo al segretario nazionale di FDI, on. Giorgia Meloni, di farsi carico di un problema e di una decisione del governa nazionale che punta a trasformare la nostra area più che caratterizzata da turismo ed agricoltura di qualità in un “rifugio” per buona parte di quei migranti che tenteranno di attraversare il Mediterraneo mentre i tanti “novelli pseudo imprenditori dell’accoglienza” inizieranno a gongolare per l’avvio di nuove attività più remunerative con il bene placito di istituzioni nazionali che su questa materia continua a mostrare evidenti limiti.
Circolo Fratelli d’Italia – AN Corigliano