E’ un pomeriggio assolato di luglio . Già si avvertono nell’aria le avvisaglie del primo crepuscolo . Le irate cicale , stanche delle imprecazioni al cielo protrattesi per l’intera <controra> , hanno riposto i loro melanconici strumenti per la pausa notturna. Un passero , unica creatura giuliva , si accòccola quasi appartato su un filo della corrente elettrica ; sembra saturo di gioia per la giornata e per lo schioppettante cinguettìo con cui ha solleticato l’aria ; ma sembra anche madido di sudore e sprezzante di ogni affanno .
Il crepuscolo sta per cedere il passo alle prime luci della sera . Un pipistrello che ha sfuggito la luce ed i rumori del giorno , viene ad appisolarsi al tetto della mia veranda , dopo qualche volo radente ; com’è solito fare da più giorni e da qualche anno . Non oso minimamente disturbare la sua venuta né il suo successivo riposo notturno : non facendomi senso le sue ripugnanti sembianze ed anche per quella <pietas> che bisogna tributare alle creature più sfortunate che popolano il nostro vivente pianeta ! Oggi però è un giorno particolare . Non avrei , infatti , mai immaginato che , data la vicinanza , il passero ed il pipistrello potessero prodursi , pur nel loro striminzito linguaggio , in un battibecco esistenziale al quale sono abituato solo tra i miei amici filosofi .
Il passero , non appena scorge il pipistrello afferrare con le zampe il ruvido muro del sottotetto , si fa subito loquace , com’è – del resto – nella sua natura ; mentre l’uccello , dal sembiante di topo , sembra non interessarsi di nulla se non tuffarsi nel buio profondo della notte .
IL PASSERO : Ma già vai a nasconderti nel tuo nascondiglio , mio sgraziato ed abulico compagno ? Cip cip cip (Il pipistrello sembra non sentire e non gradire l’invito alla conversazione , lanciato dal passero ; sembra avere anzi pensieri profondi nella sua testa ed un grande affanno per la caligine del giorno .) Ma come non mi rispondi , mio caro topo volante ? Cip cip cip … Perché te ne stai sempre nascosto ed incavolato ? … Cip cip cip .
IL PIPISTRELLO : Sei davvero loquace , diavoletto d’un passero ! Non riesci a stare un minutino zitto col tuo cip cip cip … come pure le cicale che – almeno loro – si lamentano e si sfogano tutto il giorno per il loro mal di vivere … Sei proprio una creatura superficiale … basta che mangi , canti e svolazzi per sentirti felice !…
IL PASSERO : E perché dovrei fare cose diverse da quelle che faccio tutto il giorno per istinto ? Mi sento una creatura felice : saltello in libertà di qua e di là ; mangio , canto e mi rincorro con i compagni passeri e le belle passerotte ed inneggio al sole ed alla vita !… Cip cip cip …
IL PIPISTRELLO : Già … nostra madre Natura ha voluto che tu fossi la più lieta creatura del mondo … Per te la natura è stata una vera madre … ti ha dato il bel canto , ti muovi e saltelli con leggiadrìa , hai una testolina aggraziata ed occhi vivi … tanto che sei entrato in simpatia nel cuore degli uomini … Ma io …
IL PASSERO : Povero amico pipistrello , ma non fare così ! Potresti anche tu solcare il cielo , rincorrerti con i tuoi compagni pipistrelli e non startene muto e appeso nei sottotetti delle case e delle torri … cip cip cip …
IL PIPISTRELLO : Ingenuo mio passero ! Ma come posso fare quello che tu dici ? La natura dovrebbe cambiare il mio istinto ! Come si vede che non sei abituato a pensare !… Ma non ti accorgi come sono ridicolo quando volo ? Vorrei fare l’uccello come te … ed invece mi ritrovo come uno sgraziato topo che vola privo di equilibrio … E poi hai visto le mie orecchie larghe e corte, il mio muso e la mia dentatura , le ali che sembrano un mantello nero , più nero della mezzanotte ? Non sono un uccello (oh se lo fossi nato !…) e non sono un topo (almeno non avrei velleità !) ; sono un incrocio dell’uno e dell’altro … come se gli uomini – creature di noi più intelligenti – mi avessero creato per errore in un loro misterioso laboratorio !…
IL PASSERO : Adesso ti metti a fare pure il filosofo ! Via da me questi pensieri! … Cip cip cip … cip cip cip .
IL PIPISTRELLO : Beato te , uccello passero ! E del resto , che cosa dovresti tu recriminare ?… Ma pensa un po’ : che ti resta di questo tuo continuo affanno ?… Salti e corri , corri e salti , canti e poi voli per l’intero giorno … Ed il giorno seguente ripeti poi le stesse cose … Non ti sono venute a noia queste tue occupazioni ?…
IL PASSERO : Ma che mi vuoi far pensare , uccello dalle ali nere come l’ombra ? Non hai detto tu stesso che non è possibile cambiare l’istinto datoci da madre natura individualmente ?… Ma ora mi sto accorgendo che ora , a furia di starti vicino , corro il rischio di diventare filosofo anch’io ! Che non sia mai ! Cip cip cip …
IL PIPISTRELLO : Oh beata tua incoscienza , mio ignaro passero ! Tu che non prendi minimamente a cuore , nemmeno x un istante , la sorte che ci è riservata … Tu fra qualche tempo
non ci sarai più , altri passeri ti succederanno e poi altri passeri ancora , chissà fino a quando ! …
IL PASSERO : Ma non trastullarti , topo velleitario , con questi pensieri gravi : non ti accorgi che sono più grandi di noi ?… che proprio non ci stanno in questo nostro capino ?… va’ dove ti porta il tuo istinto ed il tuo destino !… Cip cip cip
Il passero , stanco di questa insolita conversazione , all’improvviso schizza via ; va a posarsi sui fili della corrente elettrica dove stanno già appollaiati , in numerosa schiera , i suoi compagni passeri. Poi s’invola tra i rami d’un pero ; forse richiamato dal sommesso grido d’una passerotta .
Il pipistrello invece resta appeso al muro della grondaia : intento forse a carpire qualche respiro affannoso che esala dal buio della notte o qualche estremo frinire di cicala o qualche rumore tetro e cupo di gufo …. “ (a.s.)
( da < La Fiaccola e il Buio > )