In una società civile, attenta alle libertà e ai diritti individuali, chi afferma un fatto deve darne la prova. E a questo principio, sacro e inviolabile in un paese libero, per cui l’onere della prova spetta a chi accusa, oltre ai magistrati (che spesso se ne fottono) dovrebbe attenersi anche la stampa, la cui libertà e indipendenza, in nome di un presunto diritto di cronaca, non è assoluta, poiché mai può sconfinare nella calunnia e nello sputtanamento.
Ecco perché tutte le volte che i giornalisti chiamano in causa qualcuno, per censurarne i comportamenti o per muovergli accuse, legittimi in un posto in cui la stampa è il cane di guardia della democrazia, dovrebbero provarne le colpe con dati di fatto e non coi si dice o con le chiacchiere.
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