Oh torretta del Castello
E tu Antoniana Cupola che svetti
azzurra , dietro le colline;
e tu , campanile della Chiesa
del Carmine : che senti il rumorio
dell’esiguo ruscello , sommesso
come preghiera degli antichi
Frati , quivi dimoranti ;
voi mi salutate ogni mattina
allorché , percorrendo il viale
profumato del Pendino ,
mi reco al borgo antico
che serba ancora intatti
vetusti monumenti e segni
inestimabili di Chiese e di Palazzi
aviti … e anch’io vi dico :
Salve a voi , pietre viventi :
testimoni di vicende antiche
forse ancora inesplorate …
e penso ai dì di festa , quando
ultimate e al cielo alzate
le vostre mura imponenti
e di bellezze opime ,
il popol dei viventi cittadini
festeggiava i doni arcani
che vescovi e sindaci del tempo
facevano al florido paese :
incastonato tra verdi colline
e pianure feraci d’ogni frutto.
Allora si sentiva frullare nell’aria
la farfalla della Meraviglia ,
che lasciava attoniti e raggianti
la bella gente , maestranze
e i poveri operai : increduli
a guardare dall’alto
i solenni manufatti !
Accorreva la gente dei dintorni
e parlava soltanto di miracoli …
Questo era il Paese
al tempo antico del Medioevo
e del Rinascimento .
Ma noi , noi quali vestigia
di monumenti e case
lasceremo alla prole?
Vedo le mura e gli archi
e nel cuore … serpeggia
scoramento !…
Antonio Siinardi (da Pagine Sparse )