La riforma della pubblica amministrazione, voluta dal ministro Madia, non potrà dare risultati di rilievo, perché non interviene, con decisione, nei meccanismi istituzionali fondamentali della nostra burocrazia, dove occorre liberalizzare e privatizzare. Infatti, più che di timbri sui cartellini ci sarebbe stato bisogno di aprire ogni ambito al pluralismo del mercato e trasformare in aziende private gli apparati oggi sulla carta statizzati, ma di fatto nella piena disponibilità di singoli burocrati che spesso li gestiscono a modo loro e come cosa loro.
Le inefficienze patologiche estreme messe in evidenza dai furbetti del cartellino, sono solo segnali che ci aiutano a capire una realtà molto più vasta: fatta da impiegati che arrivano in orario ma che giocano al computer o fanno i comodi loro, professori puntuali ma senza stimoli e controlli, medici il cui comportamento è apparentemente insindacabile ma che in verità non si mettono davvero al servizio dei pazienti.
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