Ma le feste più belle che rimasero incise nella mente e nel cuore di Toni, durante il periodo della sua fanciullezza, furono le feste di Carnevale e quelle della < papera >. Già subito dopo Natale, i giovani più spensierati del paese cominciavano a riunirsi in qualche scantinato per preparare le < quadriglie >. Approfittavano del poco tempo libero , sottratto ai rudi lavori di campagna o di bottega e cioè la sera dei giorni feriali od il pomeriggio delle domeniche , per dedicarsi con fantasia alle prove dei balli carnevaleschi .
La preparazione non era superficiale , ma piuttosto scrupolosa ; come del resto richiedevano le molteplici figurazioni di danza .
Gli strumenti musicali che venivano adoperati erano frequentemente la fisarmonica , la chitarra ed il violino; così come i balli s’incentravano sulle tarantelle calabresi oltre che sui balli del tempo .
La domenica precedente l’ultimo giorno di Carnevale v’era un gran baccano per le piazzette e le viuzze del paese: specialmente la piazzetta dell’Acquanuova diventava il principale teatro d’esibizione della quadriglie , i cui costumi si richiamavano alle tradizioni locali ed a quelle dei paesi viciniori .
Le quadriglie si muovevano eseguendo ampi giri circolari che s’interrompevano per creare altre figurazioni , al ritmo di colpi di piede a terra o di voci che erano francesismi, dialettizzati nel gergo delle numerose vinelle . E così si sentiva il capo-quadriglia , spesso con voce ferma ed alta , gridare : “ e ccuntré “ oppure : “ e turdumé “ “e ballanzé “ , “ e rullé “ , “ e gran scé , “ e ra promené “!!
I ragazzi , durante quei giorni , si mascheravano e si vestivano con costumi ed indumenti ripescati nei cassettoni delle nonne ; oppure con abiti vecchi e vecchie divise dei nonni . Toni amava mascherarsi con abiti di brigante … ed i suoi compagni con abiti di sceriffo o di pistolero . Le ragazze invece si vestivano di castigate fatine o principesse .
Il martedì grasso poi si assisteva al solenne funerale di < Gregorio Carnalevaro> che veniva impersonato egregiamente da un famoso ubriacone del tempo , accompagnato dagli strepiti dolorosamente … esilaranti di sua moglie : l’allampanata quaresima in gramaglie …
Ma la manifestazione più spettacolare di quei giorni di Carnevale era il torneo degli sciabolatori a cavallo . Tale gara si svolgeva nel tratto di strada , piuttosto pianeggiante , che dalla villa comunale del paese – una volta detta Villa di Tarzan – continua in direzione di Rossano . Questo tratto di strada – una volta –era fiancheggiato da modesti rialzi collinosi , intervallati da rari caseggiati . Si appendeva una robusta corda , dall’una all’altra parte della strada , e si lasciava penzolare da essa un ben pasciuto montone , al quale bisognava recidere il capo con precisi fendenti di sciabola .
Il cavaliere che , procedendo di corsa sul mulo o cavallo , fosse riuscito in tale impresa … si sarebbe impossessato dell’animale . I migliori e robusti contadini del paese , dopo aver fatto sulla groppa dei propri cavalli un ampio giro attorno alla villa comunale , prendevano la rincorsa e , arrivati in prossimità del montone penzolante , vibravano dei colpi di sciabola precisi e secchi che andavano ad abbattersi sul collo della bestia .
Eccelleva in questo tipo di colpi un atletico bifulco ; si chiamava Pietro , ma tutti lo chiamavano < Bellimbusto> : per la sua galanteria … e per i suoi modi braveschi . Questo , dopo aver fatto alcuni giri e vibrato altrettanti colpi di sciabola , aveva quasi ghigliottinato il montone che , a stento , sembrava trattenersi sulla corda .
Ma il concorrente che veniva dopo di lui e che , per tutto lo svolgersi della gara , era stato irriso per i suoi colpi mosci o andati a vuoto … riusciva a mettere a segno il suo unico colpo valido : provocando la caduta a terra dell’animale … che perciò diventava di sua proprietà .
La folla non accettava l’ingiusto verdetto della gara ; e plaudiva il muscoloso Bellimbusto come per decretargli la vittoria morale …
Della quale Pietro non sapeva che farsene : pensando alla crapula che il suo rivale , immeritatamente , avrebbe fatto la sera stessa o il giorno seguente !!!
Antonio Siinardi
** dal mio libro “ GENTE DEL SUD “