Dopo le audizioni con i due Sindaci, dell’on. Graziano presentatore della proposta di legge ed il Comitato delle 100 Associazioni, la I^ Commissione Affari Istituzionali della Regione Calabria ha concluso favorevolmente l’istruttoria ed il presidente Franco Sergio ha dato mandato agli uffici del consiglio regionale di predisporre la risoluzione che dovrà essere approvata nella prossima seduta utile per l’indizione del referendum.
Il superamento di questa prima fase dell’iter amministrativo è stata accolta con favore dai cittadini di Corigliano Calabro e di Rossano i quali hanno gioito alla notizia che il progetto “fusione” ha fatto un passo avanti nel suo lungo percorso istituzionale.
Chi invece non vuole la fusione ed ha remato contro tale processo, continua con maggiore veemenza a frapporre ostacoli, introducendo argomenti che dovrebbero scoraggiare il progetto di unificazione dei due comuni.
La fusione darà vita ad una nuova grande città, sarà la terza della Regione Calabria ed avrà il peso ed il ruolo politico che deriva dall’essere di circa 80 mila abitanti, cosa che non piace a chi ha tenuto le fila dei destini del nostro territorio al quale è stato sottratto tutto.
La fusione non piace alla politica cosentina, la prima ad esserne penalizzata e che in tutti i modi e con ogni mezzo ha tentato di fare fallire il progetto, ricorrendo spesso anche a soggetti locali che non mancano di prestare il fianco al potente di turno. Questi soggetti si mettono a disposizione nella speranza di averne un tornaconto, lo fanno anche perché rappresenta per loro una occasione che gli permette di uscire dall’anonimato ed avere un “momento di gloria”; costoro, pur non conoscendo l’argomento nella sua interezza e nella sostanza, parlano di “truffa”, come dal suo pulpito ha dichiarato un tale Siinardi, che si è arrogato il compito di spiegare dove sta l’inganno. Fa piacere che i cittadini partecipino alla discussione ed al coinvolgimento che si è creato intorno alla fusione, ma devono farlo con onestà intellettuale e senza pregiudizi, esponendo il proprio punto di vista, che non deve necessariamente coincidere con quello della maggior parte di coloro che si sono espressi.
A tale Siinardi dico che il Comitato delle 100 Associazioni, di cui mi onoro farne parte, è formato da persone di diversa estrazione ed opinione, ma che converge sul progetto della fusione dei comuni di Corigliano e di Rossano, in considerazione che ai cittadini è stato tolto tutto e quello che resta non è né di qualità né di quantità. La nascita giuridica della nuova città, oltre che volano di sviluppo, ne sono convinti anche i sindaci ed i rispettivi consigli comunali, servirà a ridare dignità ad una popolazione che non vuole più subire decisioni prese in altre sedi e sulla loro pelle.
La fusione non è quindi né un capriccio né un inganno.
E’ chiaro che dopo un decennio di istituzione della nuova città tutto andrà a regime, ma nel frattempo, oltre all’obiettivo prima enunciato (acquisire forza politica contrattuale), si avranno i benefici economici riconosciuti dalla legge, i finanziamenti dei progetti della nuova futura città godranno della precedenza sugli altri, non si avrà il vincolo del patto di stabilità, insomma, si innescherà un nuovo processo di sviluppo che ridisegnarà la nascita e la collocazione degli uffici, la realizzazione delle nuove strade di collegamento all’interno della città, saranno individuati i servizi e rifatte le linee di sviluppo della futura nuova città.
Al Siinardi ribadisco che ogni opinione è ben accetta purchè fatta nei modi consoni e nelle sedi opportune di confronto. A tal proposito, aderisca all’invito che il Coordinatore del Comitato, avv. Amerigo Minnicelli gli ha fatto per il prossimo martedì, avrà modo di esporre le sue teorie e di arricchire le nostre idee. Personalmente sono curioso di attingere alle sua conoscenze giuridiche ed amministrative in modo che anche i lumi della mia modesta persona possano brillare.
Non usi il Siinardi tono sarcastico, perché altrimenti rivelerà a tutti la tanta rabbia che ha in corpo per la sua contrarietà a che si faccia la fusione.
E’ vero che il suo nome vorrà dire qualcosa, “vuol dire qualità” dicevano una volta, ma la qualità è abbastanza scaduta di questi tempi che non si crede più a chi la dice o la spara più grossa.
F.to Enrico Iemboli