Però bisogna scambiare culture e relazioni sociali …Chi conosce il poeta coriglianese FRANCESCO MARADEA ?Francesco Maradea nacque a Corigliano Cal il 24/8/1865 e morì a Corigliano il 9/1/1941 . Fece gli studi ginnasiali al Garopoli e poi seguì gli studi liceali e l’università a Napoli . Unico grande amore utopistico fu quello per la figlia del Barone Compagna , che ispirò molte sue poesie .
Primo storico e critico del Maradea fu il nostro conterraneo Francesco GRILLO che nel suo libro < Francesco MARADEA – il poeta dell’utopia-> afferma < che il Maradea è poeta ed artista non comun e e degno di essere tolto dall’oblio del tempo per la bellezza classica delle sue poesie “FOGLIE SPERSE “ > Molti altri hanno espresso giudizi positivi sulla sua arte poetica : Patari , Caputo , Pucci , Liguori ecct. Ma come potremmo definire l’arte poetica del Maradea ? “ Egli che rifuggì dalle correnti letterarie del tempo , sfugge ad una precisa classificazione di scuola poetica , e se mai si riallaccia al tempo dello spirito umano in cui ebbe fusione la polemica classico-romantica . Polemica che venne superata con la sintesi nei poeti più ispirati. Anche nel Maradea venne a verificarsi tale sintesi : per cui possiamo dire che , mentre la forma dei suoi componimenti è ancorata ai canoni classici , il contenuto invece , in larga parte , è decisamene romantico . Egli è dunque essenzialmente un poeta classico-romantico nella robusta costruzione delle sue composizioni ; ma non si possono tacere gli influssi tipici della poesia moderna che si scorgono qua e là nelle sue liriche . Tutto il filone della sua poesia amorosa risente d’un gusto e d’una tematica essenzialmente moderna . Né si possono tacere altre sottili venature dannunziane , ungarettiane , digiacominiane che si scorgono in altre ma rare sue poesie . Il Maradea è poeta dell’amore, della bellezza e della sottile malinconia del vivere …”(a.s.) Voglio riportare alcune sue poesie come piccolo assaggio della sua arte poetica .
OTTOBRE è uno tra i sonetti più belli del nostro poeta per l’alta liricità del contenuto , la dolcezza musicale del verso e la perfezione classica della forma .
“Dilegua il sol . Dai vedovati monti
Calan le greggie in lamentoso grido .
Una vela , negli ultimi orizzonti ,
sembra un uccello che ritorna al nido.
Sera d’autunno , qual mestizia impronti
Al bruno piano e al biancheggiante lido !
Medita il bosco e piangono le fonti
Sull’inverno che avanza e il tempo infido .
Già verso il tetto fumido i coloni
Riedono stanchi ; d’Espero la face
Guardan mute le vergini ai balconi.
Suona l’Ave Maria resta d’intorno,
e mentre il mondo faticoso ha pace,
un angel chiude le cortine al giorno !”
***Il poeta avverte il tema della stanchezza del vivere , della fatica del lavoro dei contadini : versi che richiamano quelli bellissimi che chiudono la prima Egloga virgiliana < et iam summa procul villarum culmina fumant /maioresque cadunt altis de monti bus umbrae .
Altro bel sonetto “GUARDANDO LE FORMICHE “ che ben descrive questo nostro tempo inquieto ,pieno di odio e di violenze !
Formiche industri , che muovendo a schiera,
vi procurate in comunanza il pane ,
quest’opra ch’è per voi tanto leggera
ahi qual problema è per le genti umane !
Fra voi la vita è fratellanza vera ,
tutto è per tutti nelle vostre tane ;
ma gli uomini , serbando altra maniera,
lottan fra loro come tigri ircane .
La vostra storia , in questo rivol bruno ,
è uno scambio d’amor ; la nostra è un rosso
fiume di sangue, che travolge ognuno.
Eppur noi siam d’un genere divino…
Ma per dannazion portiamo addosso
L’eredità che ci lasciò Caino .
***Pur essendo un sonetto …definirei questa poesia come il poemetto della solidarietà umana;ed è il sonetto dove si riverberano le idee socialiste del Maradea . Avverto in esso una vaga traccia d’ispirazione pascoliana ( Uomini pace nella prona terra /troppo è il mistero … )