Grande fermento in questi giorni all’Istituto Comprensivo “ Don Bosco” di Cantinella di Corigliano per le tante iniziative e soprattutto per le tante recite organizzate in tutti i plessi e in tutti gli ordini di scuola, dalla Scuola dell’Infanzia alla Primaria e alla Secondaria. Iniziative che hanno messo in evidenza la bravura, la pazienza e la competenza di tutti gli insegnanti.
La creatività, come antidoto al pessimismo dei nostri giorni, al conformismo dilagante ed al populismo a buon mercato, è stata la sfida formidabile intrapresa dai ragazzi delle classi terze dell’Istituto Comprensivo “Don Bosco” di Cantinella di Corigliano Calabro, che, mercoledì 21 Dicembre, hanno messo in scena una rappresentazione teatrale, rigorosamente in “vernacolo coriglianese”, dal titolo “ Le due vicine di casa” , il tutto accompagnato da canti natalizi, danze e poesie. Un monito preciso alla pace, all’amore ed alla fratellanza universali, valori che devono maturare e rafforzarsi, in primis, all’interno delle famiglie, le quali hanno un ruolo cardine nella strutturazione della società, è palese e manifesto nella sceneggiatura della rappresentazione, ma il dato forse più interessante e positivo è che l’intero spettacolo è frutto di un’idea concepita dai giovani studenti i quali si sono anche assunti l’onere della scrittura del soggetto originale. Da non sottovalutare sono state, la accorta direzione e la supervisione delle professoresse Maria Matranga, Franca Servidio, Ortensia Spina e Maria Rosaria Cosenza le quali hanno assecondato con estrema pazienza e disponibilità le capacità creative ed interpretative dei ragazzi contribuendo, in tal modo, al notevole successo dell’iniziativa. Una premessa incontestabile, come accade per qualsivoglia progetto didattico funzionale alle finalità educative, va ricercata nella disponibilità del Dirigente Scolastico del nostro Istituto Dott. Agostino Guzzo, il quale ha immediatamente paventato grande interesse e sollecitudine per le motivazioni e le tematiche trattate.
Una osservazione ed una obiezione potrebbero materializzarsi agli occhi degli osservatori: quale è il messaggio e perché è importante una rappresentazione in “vernacolo coriglianese”. Ritengo, in tutta onestà intellettuale, che il poter proporre una “performance” in vernacolo da parte, peraltro, di giovani della nostra “terra” possa essere proficuo e costruttivo per due ordini di idee: da un lato, è fondamentale, in una fase storica caratterizzata dall’annientamento della cultura meridionalistica, una difesa “tout court” della nostra Identità, della nostra Unicità, della nostra Cultura, delle nostre Tradizioni; da un altro il coinvolgimento dell’ “universo giovanile”, molto spesso vilipeso e disprezzato, in qualsivoglia attività di carattere culturale, sociale, antropologico, è un aspetto non banale, ma assolutamente positivo cui guardare con attenzione, soprattutto in epoca di “globalizzazione”.
La referente per la comunicazione
21 Dicembre ‘16 Prof.ssa Maria Matranga