La maggior parte di questi sono “diversi “ e se ne vantano. Gli calza a pennello il detto: Quando il culo ha visto la camicia, pretende di essere chiamato don culo! Appartengono a questa cerchia buona parte dei cosiddetti big locali, sopravissuti agli stravolgimenti politici poiché il loro continuo trasformismo li porta a schierarsi con il più forte per non soccombere politicamente, il che significherebbe perdere vantaggi e benefici di cui ancora oggi godono.
Da tempo, non fanno politica attiva tra la gente, evidentemente i loro interessi sono assicurati comunque. Il loro è uno stato di letargo apparente, più che altro per non essere additati per pratiche clientelari e favoritismi. Con Oliverio alla regione, i bollenti spiriti, le aspre polemiche politiche all’indirizzo dei predecessori dello stesso Oliverio, hanno ceduto il posto al silenzio in materia di sanità, di smaltimento dei rifiuti, di infrastrutture, di lavoro ecc. ecc. Non si assiste più a dibattiti politici, avvenimenti una volta carichi di grandi scontri di idee che contenevano interessi corposi, illuminati da prospettive chiare, anche se diverse ma dal proposito di assicurare il bene comune, ma soprattutto tra avversari politici e chi la pensava diversamente ci si stimava anche se le polemiche erano aspre, al contrario, oggi regna il nulla politicamente, ci sarà un motivo! Nonostante ciò e le spaccature evidenti anche nel PD locale, non sono cambiati, sono intolleranti, offensivi, il loro vocabolario abbonda di linguaggio sguaiato, tipico di chi non ha argomentazioni serie da contrapporre al dibattito politico, prigionieri delle loro ragioni storiche, dei loro ideali politici smentiti, superati dalla storia, condizionati dalle loro stesse estrazioni sociali, è per questo vendicativi, tanto da credersi gente di troppo valore, dimenticando che è dalla politica che traggono benefici per loro stessi, per i propri famigliari ed amici. Sono come tutti gli altri, e non c’è speranza che cambiano! La loro stessa struttura organizzativa si è conformata al potere e alla clientela politica, prerogativa significante per i cosiddetti boss di partito. Hanno occupato la regione presieduta da Oliverio, ed il risultato è drammatico, è sotto gli occhi di tutti. Gli attuali dirigenti del PD locale e suoi ex , sono animati prevalentemente dall’interesse personale o dalla corrente o dal clan a cui si deve il posto avuto alla regione. La realtà politica locale, specialmente a sinistra fa accapponare la pelle, tutti contro tutti e tutti insieme a denigrare tutto e tutti, sono fatti così. Gli autori del degrado politico, sono individuabili, hanno nome e cognome. Fino a quando gli elettori di sinistra potranno sopportare queste persone e questo stato di cose? Se vi capita di essere aggrediti verbalmente, come è successo al sottoscritto l’altro ieri da un personaggio politico di sinistra che in passato ha ricoperto incarichi politici ed istituzionali, non fateci caso, e se questo, come è successo, si lascia sopraffare da una crisi isterica per non digerire la critica politica, lasciatelo perdere, è un’anima in cerca di una collocazione politica compromessa da tempo, tanto da essere considerato alla stregua di quel lupo che ulula alla luna per non sentirsi isolato. Il fato increscioso, è che il personaggio in questione, dimentica volutamente di remare da anni contro il suo stesso partito e contro i suoi ex COMPAGNI, preferendo questo stato di cose degradato all’ipotesi di spendersi politicamente e vedere il PD (che tanto gli ha dato) insediato alla guida del comune alle prossime amministrative. Questo signore, è bene che la città lo sappia, è stato l’artefice principale del “tradimento” politico subito da Giovanni Leonino alla vigilia della presentazione delle liste per le elezioni comunali del maggio 2013. Un personaggio che per scopi personali è riuscito a “vendere” allo stratega del nulla di allora, il segretario regionale del Pd Alfredo D’Attorre, Giovanni Leonino che qualche chances in più di vittoria rispetto a Torchiaro l’aveva. Questo stato di cose, rende il politico in questione e tutti gli altri che gli girano attorno estranei, temibili agli occhi della maggioranza dei coriglianesi che prima o poi si accorgeranno del mercimonio politico, dei favoritismi, delle discriminazioni, delle sopraffazioni che buona parte di questi mette in atto. La elezione a sindaco della città di Giuseppe Geraci mostra se c’è ne era bisogno, di quanta antipatia godono tra il popolo coriglianese. Corigliano, ha voluto dare fiducia all’attuale sindaco, esprimendo un voto plebiscitario perchè lo ritiene il male minore, ma più che altro il popolo, ha premiato l’uomo alla portata di tutti, non arrogante, al di la dei risultati politici e programmati raggiunti. Con Oliverio alla guida della regione Calabria sono tanti gli pseudo comunisti locali ad avere ricevuto vantaggi, posti di lavoro magari non dovuti, ma ottenuti certamente attraverso i canali di partito, e delle loro correnti. Con la presa della regione, anche loro partecipano al banchetto del potere, è come dire che l’occasione fa l’uomo ladro. Al contrario di E. Berlinguere e dei tantissimi comunisti seri, si sono venduti, si sono integrati senza fatica e senza vergogna al sistema. Tanti erano gli elettori ”il 67%” che credevano che con la vittoria di Oliverio veniva combattuto il privilegio e distrutto ovunque si annidasse, che i poveri, gli emarginati, gli svantaggiati venissero difesi, e gli fosse data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che la partecipazione di ogni cittadino e ogni cittadina iscritto/a al PD venisse al primo posto, fosse assicurata, invece nelle loro menti, nelle loro azioni giornaliere domina il disprezzo nei confronti di chi magari disturba i loro piani. Sono riconoscibili, marchiati come bestie destinate alle fiere o al macello, se potessero, farebbero volentieri, a chi non si adegua alle loro scelte, il lavaggio del cervello, ridurrebbero al silenzio chi ragiona con la propria mente, per loro è la normalità, non si rendono conto che c’è stanchezza verso il PD, incapaci ad intercettare il desiderio diffuso di cambiamento profondo che viene dalla società in quanto impegnati al trasferimento di clientele per consolidare, sotto nuove etichette, i vecchi rapporti tra dirigenti e partito. Non vedo di cosa dovrebbero dirsi soddisfatti. La gente, al contrario di loro se ne è accorta! Vadano in giro per la città, si sentiranno dire che con Oliverio Presidente, c’è stato e c’è tuttora un trasferimento di clientele (Vicenda del bando per i teatri), evidente immobilismo, politica familistica e clientelare, senza contare un presidente, vittima di un embass politico grave ed insanabile. Con questi al potere vanno a farsi benedire la morale, i diritti, l’unica cosa certa è che chi guida la regione elargisce prebende, posti ad amici, figli/e di pseudo comunisti, chi alla regione Calabria e chi in altre realtà improduttive, clientelari, senza trascurare finanziamenti ad associazioni amiche sin dai tempi di presidente della provincia.
Per il movimento centro storico. Luzzi Giorgio.