La mancata acquisizione, da parte dell’autorità giudiziaria, di materiale accusatorio ha indotto il gup presso il Tribunale di Castrovillari a rinviare a novembre l’udienza preliminare nei confronti del medico coriglianese, Sergio Garasto, ed altre tre persone, anch’esse coriglianesi, Stefania Russo, Nunziatina Falcone e Pietro Andrea Zangaro, accusate di avere partecipato, ad un’organizzazione finalizzata ad inscenare falsi incidenti stradali
per incassare somme per circa due milioni di euro in truffa alle assicurazioni e all’Inps e che non si sarebbe fatta scrupoli di lasciar morire il feto di sette mesi che una delle indagate, Stefania Russo, portava in grembo per intascarne il risarcimento.I legali della difesa Giuseppe Zumpano e Antonio Pucci per Garasto e Fabio Salcina per gli altri tre, mentre il solo Zangaro è difeso anche dall’avvocato Andrea Salcina, avevano chiesto l’acquisizione di alcune intercettazioni ambientali eseguite dalla polizia stradale e dalla guardia di finanza di Cosenza nell’ambito dell’inchiesta denominata “Medical Market”, ed è stata proprio la mancata acquisizione di queste intercettazioni che ha indotto il giudice a rinviare l’udienza al prossimo mese di novembre. Ricordiamo quali sono i fatti al centro di questo processo. I quattro imputati, secondo l’accusa, con un’azione premeditata, concordata e pianificata, avrebbero causato la morte del nascituro in grembo a Stefania Russo, la quale era al settimo mese di gravidanza. In particolare, Piero Andrea Zangaro e Nunziatina Falcone, nel loro ritenuto ruolo d’ideatori e promotori del delitto, avrebbero assicurato l’intervento e l’apporto del dottore Garasto in servizio presso il Pronto soccorso del “Compagna”. Il medico avrebbe dapprima impartito loro le modalità da seguire per provocare l’espulsione del feto, avvenuta all’esterno dell’ospedale in modo ancestrale, programmando di non rianimare il feto sin dalla sua espulsione dal grembo materno. Garasto, inoltre, prendendo in cura Stefania Russo in Pronto soccorso accompagnata da Nunziatina Falcone appena dopo l’espulsione del feto, avrebbe omesso ogni primario intervento medico.