Rientrato, dopo alcuni giorni di assenza, tra tante novità piacevoli ne ho trovata un po’ curiosa: le strisce pedonali di recente esecuzione sul lungomare di Schiavonea, alla fine dello spartitraffico in prossimità della paninoteca Imbiss da Gigi. Ho sempre saputo, forse sbagliando, che l’attraversamento pedonale delle strade deve avvenire in modo perpendicolare, specie in prossimità di un incrocio. Se un grande Comune – dotato di Ufficio tecnico con fior d’ingegneri e architetti, nonché vigili urbani esperti di traffico – fa tracciare le strisce pedonali in maniera palesemente obliqua, mi son detto che una valida ragione doveva pur esserci. Poiché ad un estremo c’è una rampa di raccordo strada-marciapiede ho pensato che hanno posizionato le strisce dove precedentemente era stata realizzata una rampa per disabili, per rispettare le esigenze dei meno fortunati costretti su una sedia a rotelle. Ma subito ho dovuto scartare tale motivazione in quanto, all’altro estremo, le strisce terminano contro il cordolo del marciapiede alto una ventina di centimetri e, quindi, impossibile da sormontare. Forse, allora, avranno previsto tali strisce oblique per far allenare i disabili al “salto del gradino” alle prossime paraolimpiadi. Osservando ancora meglio mi accorgo che le strisce includono nel loro percorso delle griglie di protezione di profondi pozzetti delle fogne bianche, il cui efficiente funzionamento può osservarsi durante ogni pioggia intensa con conseguente alluvione del lungomare. Allora ho dedotto che, forse, il percorso pedonale sopra le griglie è stato volutamente ricercato, anche a costo dell’obliquità del tracciato, per far allenare, i pedoni – a loro richiesta – ad una prossima variante del gioco televisivo a premi “Caduta libera”, ovviamente dentro un pozzetto fognario. Altre ragioni non riesco a immaginarle, per cui chiedo aiuto a tutti Voi lettori del blog invitandoVi ad indicarne altre. Ma forse la ragione vera è molto più semplice: di tracuno è bello!