L’assessore comunale al bar. Entra, forse consuma un caffè e scambia qualche battuta con gli altri avventori. Poco dopo ne esce, col telefonino all’orecchio. Parla ad alta voce con “Giuseppe”. Pure un bambino capirebbe che parla con Giuseppe Geraci, il sindaco di Corigliano Calabro, il suo sindaco. Il tono si fa acceso e l’orecchio indiscreto del cronista – in auto ed invisibile al telefonista – si drizza.
«Se vuoi che me ne vada mi devi cacciare tu Giusè, perché io non me ne vado, non mi dimetto, ma sappi che se mi cacci quella lì la sputtano, la faccio arrestare». Parole grosse, verbi come macigni. Lui è un assessore importante, il più importante, in giunta sin dalla prima ora.
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