Ieri venerdì 15 luglio la Città di Corigliano ha festeggiato un nuovo centenario: Pasquale De Francesco. Circondato dell’affetto di tutta la sua numerosa, festante e commossa famiglia, ha spento le fatidiche candeline di questo fantastico traguardo alla presenza anche del sindaco, Giuseppe Geraci, del vice sindaco, Francesco Paolo Oranges e del presidente del Consiglio comunale, Pasquale Magno. Il sindaco ha consegnato a nonno Pasquale una pergamena in ricordo di questo giorno davvero meraviglioso.
Solitamente rifuggo dal dare notizie che riguardano la sfera personale, ma in questa circostanza, con orgoglio e felicità, faccio una eccezione perché Pasquale De Francesco è mio zio, ed a lui voglio dedicare questa mia breve riflessione.
“Il segreto dell’esistenza umana non sta soltanto nel vivere la vita, ma anche nel sapere per che cosa si vive” Dostoevskij.
Ieri 15 luglio 2016 il nostro zio Pasquale ha compiuto 100 anni. Auguri.
Questa felice e particolare circostanza è sicuramente un fatto personale, ma è così personale da essere poi un fatto dell’intera comunità. Perché riguarda un padre, uno zio, un vecchio e un uomo, come si usava dire una volta, all’antica. Appartiene a tutti questo compleanno perché tocca molti di noi, il nostro rapporto con i padri, la vecchiaia e il lavoro.
Pensando ai tuoi cento anni, carissimo zio Pasquale, provo emozione, perchè tu hai attraversato le vicende tristi e felici di un secolo della nostra storia i 2/3 dei 150 anni dell’Unita d’Italia, e non ti sei certamente risparmiato: hai vissuto gli anni della prima guerra mondiale dove tu eri un piccolo bambino, hai vissuto gli anni della seconda guerra mondiale conoscendone le brutture e le sofferenze, anni in cui erano richieste fatiche e sacrifici per vivere e crescere dignitosamente la famiglia; tutto questo tu lo hai realizzato ottimamente e oggi tutto ciò ti viene ricambiato dall’amore e dalle cure dei tuoi cari e trasmettendo ai giovani, un prezioso patrimonio di tradizioni e di valori culturali e religiosi che sono da sempre alla base della nostra comunità. Sempre con la battuta pronta, ma soprattutto con la voglia di viverla fino in fondo questa vita hai passato l’intera tua esistenza a lavorare per dare il giusto sostegno alla famiglia.
Nostro zio è nato e invecchiato a Corigliano, ha trascorso larga parte della vita in campagna nei suoi giardini e nello splendido Borgo Antico.
Ma non è del suo lavoro che vogliamo parlare. Ma di uno zio. Di un uomo di 100 anni…
Giovanni Paolo II, nella sua Lettera del 1999 agli anziani , osservava che ci sono anziani dotati di sorprendente giovinezza e vigoria dello spirito. “Per chi li avvicina – notava – essi sono di stimolo con le loro parole e di conforto con l’esempio”. Ed esprimeva l’auspicio che “la società possa valorizzare appieno gli anziani, che in alcune regioni del mondo, specialmente in Africa, sono stimati giustamente come “biblioteche viventi” di saggezza, custodi di un patrimonio inestimabile di testimonianze umane e spirituali”. Gli anziani infatti, se è vero che sul piano fisico necessitano di aiuto, è vero pure che, nella loro età avanzata, “possono offrire sostegno ai passi dei giovani che si affacciano all’orizzonte dell’esistenza per saggiarne i percorsi” .
Con la sua stessa presenza, la persona anziana ricorda a tutti, e specialmente ai giovani, che la vita sulla terra è una “parabola” con un suo inizio ed una sua fine: per provare la sua pienezza essa chiede di riferirsi a valori non effimeri e superficiali, ma solidi e profondi. Nostro zio ha ricevuto una educazione cristiana, dimostra con la sua condotta di vita la bellezza di una sana vita morale, la forza profonda della fede e la fedeltà alle leggi divine della morale coniugale.
Vogliamo dirgli grazie non solo per l’affetto che ci ha dato, soprattutto per l’educazione e il rigore morale che ha trasmesso ai figli e a tutti noi. Con lui vediamo il tempo curvarsi e il passato ritornare insieme al presente, vediamo le cose positive che si trasmettono da padre in figlio, con un atto d’amore e di continuità.
Il nostro zio avrà forse trovato l’elisir di lunga vita? Non si sa, ma in molti vorrebbero scoprirlo!
Con serena fiducia nell’avvenire, si muove per le vie, appoggiato ad un bastone, sicuro nel suo passo lento. Ogni nuovo giorno gli porta il saluto aperto e cordiale d’un amico, il caldo e sincero affetto della famiglia, l’attenzione dei figli e dei nipoti, la gioia di vivere, l’acuta consapevolezza della necessità di sapere e di conoscere tutto.
Allora, caro zio Pasquale, felice compleanno e come si dice in simili avvenimenti, con quella punta di ottimismo che l’occasione ci permette: 100 di questi giorni!!!