Ancora una volta, ha ripreso insistentemente a girare in Città la notizia secondo la quale, a Palazzo Garopoli, si prevedrebbe, nel brevissimo periodo, di incrementare la pianta organica provvedendo all’assunzione di personale a tempo indeterminato e nonostante allo stesso Comune di Corigliano Calabro sia precluso procedere ad assumere ulteriori dipendenti, e per diversi ordini di ragioni. Passiamoli in rassegna.
Pur volendo tralasciare la totale assenza (fattispecie più unica che rara), da ben tre anni, di qualsiasi piano del fabbisogno del personale, allegato obbligatorio del bilancio previsionale, e il superamento dei tempi medi di pagamento ai fornitori i quali, per il Comune di Corigliano Calabro, sono stati superiori ai 90 gg limite per il 2014 e 60 gg limite per il 2015, fattispecie, entrambe, che già di fatto precluderebbero qualsiasi tipologia di assunzione, esistono problematiche ben più serie e consistenti che pregiudicano radicalmente, ed al di là di ogni più ragionevole dubbio, qualsiasi incremento della pianta organica in Comune.
Innanzitutto, le assunzioni di personale, sia a tempo determinato che a tempo indeterminato e per tutto il 2016, sono state bloccate in modo assoluto dall’articolo 1, comma 219, della legge 208/2015 (legge di Stabilità). Il Governo Nazionale, per mezzo di tale blocco, ha inteso riservarsi, da un lato, spazi di manovra per l’ avvio del nuovo sistema degli incarichi dirigenziali di cui si occuperanno i decreti legislativi attuativi della legge 124/2015 mentre, dall’altro, ha inteso perseguire un chiaro ridimensionamento della spesa complessiva del personale. Il blocco delle assunzioni, inoltre, opera nelle more dell’adozione dei decreti legislativi attuativi della riforma Madia, nonché in previsione della completa attuazione della legge 190/2014, articolo 1 commi 422, 423, 424 e 425. In attesa, dunque, dei decreti attuativi e della necessaria ricollocazione dei dipendenti provinciali soprannumerari, l’articolo 1, comma 219, della legge 208/2015 impone di rendere «indisponibili i posti dirigenziali di prima e seconda fascia delle amministrazioni pubbliche di cui all’ articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, come rideterminati in applicazione dell’ articolo 2 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, e successive modificazioni, vacanti alla data del 15 ottobre 2015». Rendere indisponibili i posti vacanti, dunque, significa sostanzialmente impedire che essi siano coperti, come non fossero più presenti nella dotazione organica. È per questa ragione che finché non si saranno avverate le condizioni indicate prima, il comma 219 impedisce, nello specifico, qualsiasi assunzione sia a tempo indeterminato, sia a termine. Concetto, questo, cristallizzato recentemente anche dalla Corte dei Conti sez. Puglia, semmai ve ne fosse il bisogno, per mezzo della deliberazione n.73/2016, pubblicata sul sito della Sezione Regionale di Controllo pugliese solo lo scorso 12 aprile.
Ma, questa, è solo una delle ragioni principali che impedisce, di fatto, a Palazzo Garopoli di procedere. Il secondo motivo ostativo e preclusivo a qualsiasi incremento della pianta organica è stato preconfezionato dalla stessa Amministrazione Geraci all’interno del “piano di salvataggio” che ha consentito al Comune di Corigliano Calabro di evitare per il momento, e solo per il momento, il dissesto per l’Ente. Infatti, così come statuito dalla Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo per la Calabria, nella famosa Deliberazione n.12/2014, con la quale è stato scongiurato temporaneamente il crack finanziario per Palazzo Garopoli, lo stesso Comune di Corigliano Calabro “ha indicato nella relazione tecnico contabile, fatta propria dal Consiglio Comunale con la deliberazione n. 63 del 6 dicembre 2013, una serie di misure correttive poste in essere dall’Amministrazione Comunale al fine di far fronte ai rilievi mossi da questa Sezione. Sempre nell’ottica della salvaguardia degli equilibri di bilancio, l’Ente ha programmato altresì di intervenire sulla spesa del personale, adottando nel breve termine la rideterminazione della dotazione organica ex art. 259, c. 6, del Tuel, senza prevedere incrementi di personale nel prossimo triennio a fronte delle cessazioni che interverranno.” Dunque, non solo il Comune di Corigliano Calabro non può procedere a nessuna assunzione a causa della già citata Legge di Stabilità 2016 ma, a fortiori, non potrà procedere a nessuna assunzione anche e soprattutto a causa della relazione tecnico-contabile inviata alla Corte dei Conti dallo stesso Comune, e per mezzo della quale si intendevano superare i rilievi mossi dalla prima, e nella quale relazione il Comune si è ben impegnato a non assumere personale, a qualsiasi titolo, almeno fino a tutto il 2016 e, comunque, fino all’integrale superamento dei numerosi rilievi contestati dalla Corte dei Conti allo stesso Ente. Per quanto mi riguarda, e com’è ovvio che sia, qualsiasi atto o fatto posto in essere direttamente o indirettamente dall’Amministrazione Geraci e volto all’assunzione in Comune di chicchessia sarà prontamente comunicato dal sottoscritto, a mezzo di apposito esposto, alla Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti ed a tutte le Autorità competenti in merito.
In fede
Enzo Claudio Gaspare Siinardi