In un periodo di congiuntura economica nazionale estremamente sfavorevole, la quale si protrae da anni, e durante la quale i costi per il mantenimento delle strutture amministrative locali e nazionali hanno, oramai, raggiunto vette che nemmeno Messner, i concetti di “efficacia” ed “efficienza” nel settore pubblico, appunto, avrebbero dovuto conseguire, evidentemente, una maggiore importanza e centralità nell’azione amministrativa ma, almeno per quanto riguarda la fattispecie Corigliano Calabro, tali concetti, lungi dall’ essersi manifestati concretamente sul territorio, hanno rappresentato, e rappresentano, un vero e proprio miraggio sahariano.
Semplicemente, l’efficacia dell’azione consiste nell’avere raggiunto un determinato obiettivo con successo. L’efficienza si riferisce, invece, al raggiungimento di quello stesso obiettivo con il minimo sforzo possibile, secondo la teoria economica del “minimo mezzo e massimo risultato”. Tra i migliaia, in particolare, io penso esistano due semplici esempi concreti (i quali sono visibili a tutti giornalmente) che dimostrano, incontrovertibilmente ed al di là di ogni più ragionevole dubbio, “l’efficacia e l’efficienza” propri a questa amministrazione comunale. Il primo esempio è rappresentato, sicuramente, dalla rotatoria posta nel bel mezzo di Via Provinciale, ad un centinaio di metri dall’ingresso del Quadrato Compagna, delimitata dai cosiddetti “new jersey”, e della quale presenza oramai nessuno nemmeno si sorprende più, posto che la stessa è diventata, praticamente da anni, parte integrante del tratto stradale di accesso al borgo marinaro almeno tanto quanto una terzina incatenata è parte integrante della Divina Commedia o quanto lo siano le pietre e la ghiaia nel giardino zen di Kyoto. Un problemino di ottavo ordine, che in un qualsiasi altro comune del quarto mondo sarebbe già stato risolto con un paio di sbadigli e l’aiuto, semplicemente, di una squadra, un compasso, un po’ di calce ed una manciata di mattoni, nel nostro territorio, invece, ha assunto le fattezze di una difficoltà insormontabile, di un vero e proprio grattacapo di topologia algebrica il quale nemmeno Grigorij Jakovlevič Perel’man, neppure nel migliore dei suoi sogni, avrebbe mai pensato di poter risolvere. Eppure, la pianta organica del Comune di Corigliano ben consta di architetti, ingegneri, geometri ed operai che ben potrebbero risolvere la questione, magari su impulso di chi, almeno teoricamente e, ovviamente, compatibilmente con i suoi impegni, dovrebbe amministrare e, magari, dando pure una bella lezione pratica al Perel’man di cui sopra. Ma, tant’è, allo stato attuale, bisogna ancora fare i conti con la precarietà dei “new jersey”. Certo, una plausibile alternativa potrebbe essere quella di nominare assessore Perel’man e consentirgli di risolvere tali rompicapi. E’ pur vero che il buon Perel’man sarebbe residente a San Pietroburgo ma, a quanto pare, sembra che nelle casse comunali i soldi per rimborsare le spese di trasferta per gli amministratori non residenti sul territorio non manchino di certo. Un ulteriore esempio, invece, è rappresentato dalla voragine apertasi su Via Nazionale all’altezza del Gallo d’Oro la quale, così come la rotonda, rappresenta per questa amministrazione sicuramente una problematica paragonabile quantomeno al cubo di Rubik ma, al pari del famoso rompicapo ungherese, forse, ed ai fini della risoluzione definitiva del problema, basterebbe che l’amministrazione utilizzasse un banalissimo “metodo a strati”. Ma, tant’è, siamo sempre lì. E se l’amministrazione si scontra giornalmente con tali e tante “difficoltà’” insormontabili, irrisolte da mesi e mesi, se non da anni, non oso nemmeno immaginare cosa mai possa accadere nella “stanza dei bottoni” quando si affrontino argomenti di ben altra caratura. Est modus in rebus.
Signor E.