“Io d’amore non muoio”, l’ultimo libro del giornalista della Gazzetta del Sud Arcangelo Badolati, verrà presentato domani, domenica 10 aprile alle ore 17.30, presso la libreria Mondadori Bookstore di via Nazionale a Corigliano Scalo. Moderato e introdotto dal Antonietta Cozza, l’incontro prevede l’intervento di Federica Montanelli, curatrice del contributo artistico e Otello Profazio “mastru cantaturo”.
#Iodamorenonmuoio è un volume che apre la collana intitolata Ipazia e curata dallo stesso Badolati, che si avvale del contributo artistico di Federica Montanelli e della prefazione di Cinzia Falcone. Si tratta di un saggio composito che attraversa l’universo femminile in maniera originale muovendosi in maniera zigzagante tra la letteratura e la cronaca per aiutare a comprendere le devianze criminali e sub-culturali che hanno determinato i femminicidi nel corso dei secoli. In questo viaggio ci sono le donne nella storia, quelle che hanno cambiato il volto del mondo con la loro genialità eppure vittime della loro stessa grandezza: Ipazia d’Alessandria, Olympe de Gouges, Giovanna d’Arco, Beatrice Cenci, Isabella Morra, Artemisia Gentileschi, Francesca La Gamba, Oriana Fallaci, Angelica Balabanoff, Margherita Sarfatti, Anna Kuliscioff, Ada Negri, Franca Rame, Isabella Aleramo. E ci sono le donne assassinate brutalmente da uomini mostruosi in una Calabria che diventa speculare al mondo: Roberta Lanzino, Maria Rosaria Sessa, Fabiana Luzzi. Così come altre donne, madri massacrate dai figli: Patrizia Schettini e Patrizia Crivellaro. Anche loro calabresi ma emblematiche di una violenza indicibilmente mostruosa. E poi le donne che si sono ribellate alla ‘ndrangheta: Giuseppa Mercuri e Maria Concetta Cacciola. E ancora le donne straniere, quelle senza nome, rese schiave e costrette a prostituirsi per le strade della Calabria. Un viaggio negli abissi delle anime e della carne femminile accompagnato, quasi come uno spartito musicale, da testi teatrali e letterari curati dalla giornalista Federica Montanelli che raccontano ancora il dolore e la mostruosità umana ma, attraverso la parola alta della letteratura, consentono una straordinaria catarsi.