C’è anche il comune di Corigliano tra i comuni morosi nei confronti della regione Calabria in materia di rifiuti, anche se, ad onor del vero, rispetto a tanti altri comuni calabresi, con circa 19 mila euro, il debito dell’ente locale ausonico è davvero una bazzecola. Il nuovo step nel percorso accidentato per rimettere in piedi il sistema dei rifiuti in Calabria è un elenco. Lo hanno compilato nei mesi scorsi gli uffici del dipartimento Ambiente della Regione ed è online dal 30 marzo.
Si tratta dell’elenco dei Comuni morosi – quelli che presentano crediti certi e inesigibili – per gli anni 2013 e 2014. Sono le amministrazioni che non hanno pagato quanto dovuto alla Regione nei primi due anni in cui la gestione diretta del settore le è stata riconsegnata dal governo. Due anni durissimi per le casse regionali: si attendevano incassi pari a circa 127 milioni e invece ne sono arrivati soltanto 67. E l’iter per il recupero delle somme mancanti è ancora in corso: mancano all’appello 35,3 milioni di euro. Una delibera regionale firmata nell’ottobre 2015, la numero 380, fissa i criteri per il recupero di queste somme e delinea le ragioni della sofferenza (tra le quali spicca, come sempre, un livello di raccolta differenziata troppo basso per consentire ragionamenti ottimistici sul futuro). Uno dei passaggi chiave è, appunto, l’individuazione dei debitori fissata nell’elenco allegato. Ma ciò che conta di più sono i rischi corsi dalle amministrazioni inadempienti. Prima si aggiorna l’elenco; poi «il dirigente generale del dipartimento Ambiente e Territorio, i dirigenti generali dei dipartimenti regionali e la Ragioneria generale sono tenuti, a porre in essere la compensazione, in termini di cassa, tra i crediti certi, liquidi ed esigibili che la Regione vanta nei confronti degli enti locali e le somme certe, liquide ed esigibili da erogarsi ai medesimi enti, fatta eccezione per quelle afferenti ai progetti relativi alla programmazione operativa 2007-2013 cofinanziata dai fondi europei». Riassumendo: la Regione bloccherà i propri trasferimenti ai Comuni morosi. Tutti tranne quelli che riguardano il Por 2007-2013. Stangate in arrivo per 172 amministrazioni locali. Chi più, chi meno, tutti pagheranno dazio. Da Reggio Calabria, maglia nera della classifica con 9,8 milioni, a Cosenza, seconda nella graduatoria dei debitori con 2,6 milioni di euro. Qualcuno in più rispetto a Catanzaro (2,3 milioni di fatture arretrate). Tra i capoluoghi Vibo ha soltanto 114mila euro di debiti, mentre Crotone non compare nell’elenco. Seguono Locri e Cirò Marina, con un milione di euro circa di arretrati. E poi centri come Cutro (838mila euro), Bagnara (819mila), Cetraro (681mila), Lamezia Terme (665mila) Paola (circa 600mila), Strongoli (575mila), Cariati (474mila), Melito di Porto Salvo (463mila), Mileto (437mila) e Soverato (402). Tutti dovranno rinunciare a una fetta degli stanziamenti che la Regione aveva in serbo per loro. È il prezzo dei ritardi nella corresponsione delle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti. E il passaggio del recupero delle somme è necessario per tamponare i buchi del presente e progettare il futuro. Attualmente si spende più di quanto preventivato (e messo a bilancio): la distanza dal 35% di raccolta differenziata si fa sentire in termine di costi per lo smaltimento e affligge il funzionamento del termovalorizzatore di Gioia Tauro. Questo mentre la Regione ha messo in cantiere un piano di investimenti da 200 milioni di euro, «di cui 86 dovrebbero provenire dalla Delibera Cipe 79/2012 (risorse premiali), 100 da fondi Por Fesr 2014-2020 e il resto da reperirsi (ricorso al contributo dei privati, fondi Pac, fondi Fsc)».