Chi lavora, come un dì si diceva, anima e corpo, trova, nell’operar continuo, non poca fatica. E la fatica cresce, nella misura in cui cresce l’impegno. Un vecchio professore di ginnasio mi disse un giorno – avevo quattordici anni – che un buon allievo bisogna che esca da scuola con la testa pesante. La cosa naturalmente è reversibile.
Vale anche per il professore. Aveva ragione. Chi “s’affretta e s’adopra a fornir l’opra …” come il ‘falegname’ leopardiano, non termina la sua giornata lavorativa bello e fresco come una rosa. Perciò mi vien tanto da pensare, quando vedo in tv o sui giornali, tante facce, a fine orario di lavoro, tirate a nuovo e pronte a dispensar sorrisi.