La Suprema Corte di Cassazione da ragione a Malagrinò Marcantonio, il 24 enne di Corigliano, che come si ricorderà era stato arrestato ancora una volta su disposizione del GIP di Castrovillari che aveva accolto per altrettante due volete le richieste del Pubblico Ministero in quanto all’indagato gli venivano addebitati una serie di furti commessi tutti nella notte del 19 febbraio del 2015, in Corigliano.
Come si ricorderà già il Tribunale del Riesame di Catanzaro, presieduto da dott. Valea, ha disposto la scarcerazione per il 24enne Malagrinò Marcantonio ed aveva sostituito tale carcerazione con l’obbligo di dimora e la presentazione alla P.G. tre volte la settimana.
La nuova richiesta di custodia cautelare anche se agli arresti domiciliari del Malagrinò era stata disposta dal Gip del Tribunale di Castrovillari dopo che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, aveva richiesto ed ottenuto una consulenza tecnico criminalistica al prof. Luigi Maxmilian Caligiuri ed al dott. Luca Chianelli sulle immagini delle varie riprese dalle telecamere a circuito chiuso delle attività prese di mira da ladro nel febbraio 2015. Questi esperti arrivano alla conclusione che l’autore del furto possa essere il Malagrinò. Anche perché avrebbero effettuato una analisi comparata con gli indumenti sequestrati al Malagrinò e su cui pende ricorso in Cassazione, per violazione dell’art. 250 c.p.p. in combinato disposto all’art. 114 disp. Att. cod. proc. Pen., in quanto all’atto del sequestro eseguito senza la presenza del difensore o della comunicazione all’indagato della facoltà di farsi assistere da un legale o persona di fiducia ex art. 250 c.p.p, nonché di nessun avviso successivamente è stato fatto o consegnato ai sensi dell’art. 366 c.p.p., per potere visionare e “.. di esaminare le cose sequestrate nel luogo in cui esse si trovano …..” ne vi è stato da parte del Pubblico Ministero, di decreto motivato per ritardato deposito e comunicazione al difensore ai sensi dell’art. 366 c.p.p.
Il provvedimento del Tribunale del riesame di Catanzaro che aveva sostituito la custodia cautelare degli arresti domiciliari all’obbligo di dimora e della presentazione alla P.G. del Malagrinò non era stato accolto con positività dall’avvocato Sergio Lucisano del Foro di Catanzaro, difensore del Malagrinò che aveva impugnato l’arresto del suo assistito per violazione di legge.
Infatti la Suprema Corte di Cassazione accogliendo il ricorso del legale del Malagrinò, ha disposto il rinvio al Tribunale di Catanzaro per nuovo esame.