Nessuna udienza preliminare si è tenuta lunedì mattina presso il tribunale di Catanzaro per le 10 persone, tra le quali l’ex sindaco, Pasqualina Straface, delle quali i magistrati antimafia Vincenzo Luberto e Saverio Vertuccio chiedono il rinvio a giudizio per presunte irregolarità amministrative in occasione degli eventi alluvionali del settembre 2009 quando la Straface era sindaco della città.
Infatti l’appuntamento era fissato per ieri mattina, ma per alcune irregolarità sulle notifiche ad alcuni avvocati hanno indotto il gup a rinviare l’udienza al 2 maggio prossimo. Ricordiamo che il comune di Corigliano vuole costituirsi parte civile in questa vicenda processuale ed ha affidato l’incarico ad un giovane legale ausonico, Mario Elmo. Oltre a Pasqualina Straface, i pm Luberto e Vertuccio, chiedono il rinvio a giudizio anche per altri due ex amministratori: Giorgio Miceli all’epoca vice sindaco e Giuseppe Curia assessore ai lavori pubblico. Ma accanto a loro figurano altre sette persone tra cui il fratello dell’ex sindaco, Mario Straface, ex dirigenti e attuali impiegati comunali, nonché i titolari di due ditte, che devono difendersi a vario titolo dalle accuse formulate nei loro confronti dai magistrati della Dda di Catanzaro. Sulla Straface pende la pesante accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo i pm Vertuccio e Luberto la Straface avrebbe concorso “materialmente e moralmente, dall’esterno, all’associazione per delinquere di stampo mafiosa denominata “locale di Corigliano”, della quale contribuiva al consolidamento e quindi al perseguimento del programma criminale. In particolare – scrivono ancora i procuratori antimafia – in cambio di voti procacciati in suo favore da plenipotenziari della cosca coriglianese (tra i quali erano annoverati anche i fratelli Mario e Franco Straface, Maurizio Barilari e Cosimo Damiano Conocchia alias “la bestia”) in occasione delle consultazioni elettorali comunali svoltesi in Corigliano nel giugno del 2009, si impegnava a garantire la destinazione dei contributi a fondo perduto che il comune avrebbe dovuto erogare per la riqualificazione del centro storico di Corigliano.