I giudici della seconda sezione penale della Corte d’Appello di Catanzaro (presidente Maria Vittoria Marchianò, a latere Annamaria Saullo e Barbara Borelli) hanno disposto la revoca della confisca dei beni nei confronti d’un nugolo di persone coinvolte nella maxi-inchiesta antimafia “Santa Tecla” che nel luglio del 2010 portò in carcere sessantasette persone, gran parte delle quali oggi condannate con sentenza definitiva da parte della suprema Corte di Cassazione.
Si tratta, in particolare, dell’imprenditore di Corigliano Calabro Mario Antonio Straface (nella foto il cantiere dell’impresa) e d’alcuni suoi congiunti, Santino Straface, Rossella Straface e Lucia Straface, di Cosimo Meligeni, anch’egli di Corigliano Calabro, di Giuseppe Presta di Roggiano Gravina e di Cesare Cardamone di Santa Sofia d’Epiro.
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