Perché a distanza di oltre due anni il mercato mensile di Corigliano centro non viene trasferito nel sito già individuato dall’amministrazione comunale ? E’ la domanda, che in tono polemico, il rappresentante territoriale dell’Anva-Conferesercenti (l’associazione che raggruppa i venditori ambulanti del commercio), Francesco Lazzarano, rivolge all’amministrazione Geraci.
“Com’è possibile – afferma Lazzarano – che a distanza di 28 mesi con tanti commercianti che hanno regolarmente pagato quanto richiesto dal comune per poter occupare un posteggio, ancora oggi il mercato mensile di Corigliano centro si svolge in condizioni di estrema pericolosità, non solo per i venditori ambulanti che per i cittadini. Infatti – sottolinea il rappresentante dell’Anva – ancora oggi il mercato si svolge lungo la strada Principe Umberto, nella zona dove prima lo spazio c’era per fare il mercato, poi da quando è sorta la costruzione che ospiterà il liceo classico, lo spazio è sparito ed i commercianti sono costretti a piazzarsi in spazi angusti e pericolosi. Ricordo a me stesso – prosegue Lazzarano – oltre due anni fa il consiglio comunale approvò una delibera con la quale si decideva di spostare il mercato, proprio per la mancanza di spazio, da via Principe Umberto al rione Ariella. Infatti è in via Aldo Moro che esistendo l’area già data al comune dal vecchio proprietario, dovevano essere realizzati i 48 posteggi previsti per il mercato. Invece tutto è fermo, ma la cosa che più mi fa rabbia, è che nessuno sa dirti perché il mercato non viene trasferito al rione Ariella. L’atteggiamento sin qui tenuta dall’amministrazione comunale – afferma Lazzarano con non poca amarezza – è ingiustificato, perché ha avuto tutto il tempo per potersi attivare e dare le opportune direttive agli uffici competenti affinché il mercato venisse trasferito. Ricordo che si era anche deciso di fare svolgere una domenica al mese il mercato anche su viale Rimembranze, tenuto conto che adesso su quel tratto di strada c’è lo spazio necessario per ospitare il mercato. Ma tutto, purtroppo, è fermo”.
Giacinto De Pasquale