Analizziamo, brevemente, i vari punti posti in evidenza dal Comitato “pro Referendum per la fusione Corigliano – Rossano” nel comunicato stampa dal titolo “Perchè sì alla fusione Corigliano Rossano”.
Quanto scritto dal comitato è contenuto nel virgolettato.
– “Nell’immediato ci sarebbero cospicui finanziamenti dello Stato, con possibilità per la nuova Città di ridurre le imposte per i Cittadini (es. imposta rifiuti, ecc.) ci sarà la possibilità di assumere personale, con creazione di nuovi posti di lavoro, cosa adesso non possibile”.
Demagogia, demagogia e ancora demagogia…
Si parla sempre di questi finanziamenti come di una pioggia di denaro. Peccato che, però, nessuno dei fautori della fusione abbia fino ad ora spiegato a quanto ammonterebbe questo surplus di denaro e come verrebbe impiegato. A Corigliano sappiamo bene che il problema non sono i soldi pubblici ma il modo in cui questi vengono spesi.
Nel nostro territorio si sono bruciati miliardi di lire e milioni di euro per difetti di progettualità e programmazione.
Dire, poi, che si creerebbero nuovi posti di lavoro significa mentire sapendo di mentire. Con il personale già assunto nei Comuni di Corigliano e Rossano, infatti, si potrebbero teneri attivi gli uffici comunali di Cosenza, Rende, Corigliano, Rossano e Cassano messi insieme.
– “In un futuro prossimo la nuova Città sarà sicuramente capoluogo di Area Vasta le nuove entità territoriali, che saranno istituite all’abolizione delle Province con istituzioni di nuovi uffici e creazione di altri posti di lavoro. Al contrario, Rossano sarà aggregato, con molta probabilità all’Area Vasta di Crotone e Corigliano a quella di Castrovillari, con danni gravissimi per le nostre due Città, che sarebbero poi due periferie di quelle Aree con l’impossibilità perenne di avere un ruolo decisionale e permanendo per sempre nella nostra zona il deserto istituzionale oggi presente.”
In un futuro prossimo, la nuova città di Corigliano – Rossano potrebbe non essere capoluogo di area vasta in quanto potrebbe essere scalzata da Castrovillari che, subito dopo la fusione tra Corigliano e Rossano, avrebbe tutto l’interesse ad attivare il processo di fusione con Cassano allo Ionio e i comuni del Pollino, raggiungendo un numero di abitanti vicino (anche se pur sempre inferiore) a quello raggiunto dai Comuni di Corigliano e Rossano, ma potendo già contare sulla presenza di ospedale e Tribunale.
– “considerando che dalla fusione nascerebbe la terza città della Calabria, osserviamo come sono le attuali prime tre Città della Calabria, per avere una visione futura della nostra. A Reggio, Catanzaro e Cosenza ci sono tutti gli uffici e presidi istituzionali statali regionali e provinciali possibili, con in più le Università, a fronte del nostro nulla; E’, quindi, facilmente prevedibile che una nuova Città delle medesime dimensioni vada gradatamente ad uniformarsi ad esse.”
Nel nostro territorio, da sempre, ciò che è facilmente prevedibile non accade (fatta eccezione per le calamità). Il problema non è quello di avere 5.000 o 10.000 abitanti in più o in meno, ma di avere una classe politica che sia in grado di rappresentare degnamente il territorio.
Ancora una volta torna l’esempio di Castrovillari che, pur avendo un numero di abitanti inferiore a Rossano, è riuscita, a differenza di quest’ultima, a mantenere attivo il proprio Tribunale.
Non è un problema di quantità degli abitanti ma di qualità della classe dirigente.
– “A fronte di tutto ciò non riusciamo a scorgere nessun vantaggio, né da qualcuno e’ mai stato indicato, qualora le due Città debbano continuare a restare divise. Ribadiamo che è impossibile l’egemonia di Rossano su Corigliano o viceversa, considerato che le due Città sono di uguale grandezza con lieve predominanza per numero di abitanti di Corigliano.”
La storia, più o meno recente, dice esattamente il contrario.
Corigliano ha “perso”, a vantaggio di Rossano, l’ASL, l’Agenzia delle Entrate, l’I.N.P.S. e qualcos’altro che certamente mi sfugge, senza che mai, da Rossano, si siano levate voci di fusione o di vicinanza alla città di Corigliano.
– “È prevedibile, qualora si faccia la fusione, che la nuova Casa Comunale e gli uffici siano in posizione baricentrica fra le due attuali Città, e che si facciano due circoscrizioni, una per Rossano e una per Corigliano.”
Cosa si intende per “posizione baricentrica”?
Se per posizione baricentrica si intende la zona “Insiti”, occorre subito precisare che Insiti è baricentrica per Rossano, Piragineti, Corigliano Schiavonea, Fabrizio e Torricella, ma non per Corigliano Paese, Corigliano Scalo, Cantinella, San Nico, Apollinara, Thurio, Villaggio Frassa e le altre numerose frazioni che compongono il territorio coriglianese e che sono abitate dalla stragrande maggioranza dei coriglianesi.
Insiti, per i Coriglianesi, è (praticamente) una località di Rossano.
Cosa penserebbero gli amici rossanesi se proponessimo loro di allocare la cittadella degli uffici comunali della nuova città a Corigliano Scalo, magari sulla SS 106 bis all’altezza del centro Commerciale “I portali”?
Per quanto riguarda le circoscrizioni, poi, l’art. 17 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali) stabilisce che le stesse possono (e devono) essere istituite dai comuni con popolazione superiore a 250.000 abitanti, per cui basta frottole…
– “È comprensibile che decenni di delusioni e mortificazioni, per le nostre due Città, possano ingenerare in tanti un certo scetticismo, che porta a non credere ad un riscatto della nostra zona; ma un avvenire migliore per le nostre generazioni future dipenderà solo da noi, senza dover più nulla pietire inutilmente, se riusciremo a creare una grande Città.”
Su questo punto non si può che essere d’accordo, ma la grande città dovrà includere anche Cassano allo Ionio, perché Cassano, Corigliano e Rossano sono i centri più importanti dello Ionio cosentino e perché la storia del nostro territorio è la storia della Piana di Sibari.
Se non si includerà Cassano allo Ionio nel “naturale” processo di fusione amministrativa della sibaritide, si servirà su un piatto d’argento, ai paesi del versante calabrese del Pollino, la possibilità di fondersi con Cassano e di avere accesso (in senso amministrativo, economico e sociale) alla Piana di Sibari, si dirà per sempre addio alla possibilità di creare una città di circa centomila abitanti, con oltre venti chilometri di spiagge e un patrimonio artistico-culturale di prim’ordine, e si getterà al vento – ancora una volta – l’opportunità di proiettare il nostro territorio nel futuro.
Cordialmente saluto.