Nel discreto e piano conversare di un intimo convivio, tra un fusillo, una polpetta e di più, non è peccato mortale che ci scappi pure una parola di politica e governo, di triste presente e confuso futuro. Ah! Dimenticavo qualche banca fallita, il ministro che non sa cosa faccia il papà, nonché quei comunelli non proprio in odor di santità.
E delle nostre cosette paesane? Anche, ma solo un accenno, toccata e fuga, non fosse altro, perché si è già tra la frutta e il dolce. Ma a ben pensarci, in fondo, cosa potremmo dire di non detto e non sentito settantasette volte sette? Segretari e assessori? Per carità! Hanno perso d’attrattiva.