L’imprevista accelerazione del Sindaco Geraci sul tema della fusione di Corigliano e Rossano, non trova adeguato fondamento nelle motivazioni date dallo stesso Sindaco. Ci pare di leggere, nelle motivazioni di Geraci, che si voglia puntare esclusivamente su una presunta pioggia di finanziamenti pubblici aggiuntivi, nonché su un ipotetico aumento di Personale da assumere, e non tanto, invece, sulle vere motivazioni che dovrebbero essere a fondamento dell’ipotesi di fusione dei due Comuni.
Noi riteniamo che, prima di entusiasmarci per le ipotetiche convenienze economiche, bisogna valutare se la Città è matura per accogliere la fusione, e se al Territorio conviene tale scelta, o non piuttosto altra.
La Piana di Sibari è la vera ricchezza del nostro Territorio, la Piana nella sua interezza, che rappresenta la più vasta area agricola calabrese, bagnata per lunghi chilometri di costa dal Mare Ionio; dove insiste il secondo Porto calabrese per dimensioni; dove le tracce della nostra storia, risalente al I millennio a.C., sono tuttora vive e pulsanti. L’intera Piana, che al suo interno ha un forte marcatore identitario, Sibari, ampiamente riconosciuto in tutto il mondo, e quindi facilmente utilizzabile come veicolo d’immagine e marchio identificativo.
Il Consiglio Comunale di Corigliano, giorno 29 gennaio, sarà chiamato ad una valutazione che non potrà prescindere da queste considerazioni, che implicano necessariamente, e con ruolo paritario, anche il coinvolgimento dell’altra grossa Città costituente il nord della Piana, Cassano All’Ionio. Con Cassano, Corigliano e Rossano completerebbero il pieno coinvolgimento dell’intera superficie della Piana, che è il motore primario dell’economia del nostro Territorio. Ma la Piana comprende altre importanti fonti di ricchezza e di sviluppo: il turismo, l’agroalimentare e l’archeologia. Non crediamo che qualcuno pensi che, da sole, Corigliano e Rossano siano adeguate e sufficienti a programmare l’agricoltura, il turismo, la filiera agroalimentare, l’archeologia.
Il Territorio ha bisogno di valutare le opzioni che gli si offrono, guardando con lungimiranza al suo sviluppo futuro. E allora, senza lasciarsi abbagliare dagli effimeri finanziamenti aggiuntivi che potrebbero arrivare (ma non è detto!), sarebbe più importante guardare oltre. È necessario un approfondito studio di fattibilità (l’Università della Calabria è maestra in questo) sulle potenzialità del Territorio, le sue carenze, i suoi punti di forza, la sua capacità di aggregazione economico-istituzionale. Un ruolo fondamentale lo giocano gli Imprenditori, le Associazioni, la Scuola, che vanno obbligatoriamente coinvolti. Così come vanno coinvolti la Politica e i Partiti del Territorio.
Dei tre Comuni interessati da questo progetto di inclusione e aggregazione, ben due, Cassano e Rossano, non hanno oggi una rappresentanza politico-istituzionale democraticamente eletta, essendo commissariati. Non ci interessa, qui, scrivere delle cause che nei mesi scorsi hanno portato allo scioglimento dei due Consigli Comunali, ma una cosa è certa: oggi, Cassano e Rossano non possono partecipare, in modo appropriato, democratico, responsabile, all’approfondimento di una scelta che condizionerà il futuro delle prossime generazioni.
Prima di assumere decisioni così importanti, è ancora necessario ricordare che il Territorio dell’Area Urbana vive sulla propria pelle, alimentata a dismisura da pezzi di classe dirigente nostrana, le polemiche campanilistiche che da sempre ci hanno danneggiato. Le questioni sanitarie, che da mesi stanno contrapponendo Corigliano e Rossano, sono il primo, e non l’unico, esempio. Ma negli anni ’90, anche le varianti turistiche ai piani regolatori generali delle due Città, sono state orientate in direzione opposta a un possibile avvicinamento, anche fisico, dei due Comuni: Corigliano ha guardato a nord, Rossano ha puntato verso sud, e i fautori di quelle “strategie” urbanistiche, in parte, ancora oggi governano. Queste differenziazioni potrebbero pesare negativamente sulla decisione finale dei Cittadini che, è bene ricordarlo, in caso di proposta di fusione saranno chiamati ad esprimersi mediante referendum propositivo.
Infine, un’ultima valutazione. Il coinvolgimento della Città di Cassano in un progetto di aggregazione istituzionale – che sia la fusione dei tre Comuni o la sperimentazione di un’Area Vasta – tornerebbe utile alla centralità di Corigliano che, essendo geograficamente collocata in posizione equidistante fra le due altre Città di Cassano e Rossano, avrebbe il vero ruolo di cerniera per il nuovo assetto istituzionale.
Ci appelliamo pertanto all’intero Consiglio Comunale, affinché il 29 gennaio p.v. faccia valere la razionalità e l’interesse di tutto il Territorio, per rafforzare un progetto omogeneo di crescita della fascia ionica centrale cosentina, coinvolgendo in un’unica aggregazione i circa 100.000 Abitanti compresi nei Comuni di Cassano, Corigliano e Rossano.
PSI /SEL Corigliano