Secondo alcuni commentatori, il Sindaco Geraci, con l’avanzare degli anni, pare essere diventato un tantino permalosetto. Dal che, dopo aver taciuto alle sollecitazioni mosse dal portavoce del nostro movimento “Liberi per Cambiare”, avv. Algieri, non ha gradito le critiche evidenziate in articoli di stampa, partendo in quarta e invocando la tutela giudiziaria per non meglio precisate ragioni a difesa della propria immagine. Così suscitando la meraviglia di chi non lo riconosce più, oltre che per risultato amministrativo, più che negativo, anche per atteggiamento personale, sempre stato incline a confronto e mai a querele. Invero, così opinando, se il codice penale contemplasse il reato di “querela per futili motivi” , il Nostro ne sarebbe certamente destinatario.
Già, perché, a ben guardare, le opinioni espresse dall’avv. Algieri, consapevole di essersi assunto una gravosa responsabilità nei confronti dei tanti che stanno sostenendo la sua iniziativa, lungi dall’essere offensive e diffamatorie, avrebbero dovuto sollecitare il Sindaco a dare risposte. Sarebbe stata cosa agevole, non fosse altro per la (in)felice stagione di calma piatta, che caratterizza l’odierna consiliatura. Ci potrebbe essere una diversa chiave di lettura. I primi tre anni stanno trascorrendo e il Sindaco probabilmente dovrebbe dar conto, oltre che alla Città, ai suoi consiglieri comunali che, per quanto autorevole o autoritaria appaia, la sua azione amministrativa fa acqua da tutte le parti. I disagi e le criticità che quotidianamente i cittadini evidenziano, l’incidenza intollerabile di una pressione fiscale spropositata e sproporzionata ai servizi da terzo mondo resi, in uno alla mediocrità di una gestione burocratica, certamente non idonea al soddisfacimento di esigenze proprie di una realtà urbana e territoriale, che richiederebbero una serietà di manovra e caratura di alto profilo, piuttosto che generatrice di situazioni imbarazzanti, non inducono a prendere posizione, se non attraverso proclami propagandistici, che si vorrebbero anche immuni da censura. Dal lato della maggioranza, sono evidenti i mal di pancia per bocconi difficili da digerire. La scelta del secondo assessore fuori sede è emblematica. Nulla di personale, ovviamente, ma ha certamente mortificato chi, pur avendo non meno qualità, si è visto scavalcare da persone sbucate all’improvviso per chissà quale ragione, dimenticando l’appartenenza, le campagne elettorali senza risparmio di energie, la fedeltà indiscussa, la vicinanza umana e di intenti sempre manifestata. E allora, ecco che forse la querela cade al momento giusto. Ideare quello che in gergo militare viene definito “diversivo”. Sviare l’attenzione dei cittadini dai gravi problemi irrisolti, tentare di ricompattare una maggioranza che diventa sempre più insofferente e pretendere che si faccia quadrato attorno a sè, per lesa maestà, siccome l’unica voce che si eleva dallo stallo dialettico istituzionale si fa lecita di sollecitare delle risposte che riguardano il bene comune. Bene, il tentativo, se può riuscire con qualche novellino a cui, tutto sommato, piace il pennacchio, certamente non riesce con chi qualcosa ha imparato e soprattutto con chi intende impegnarsi per la tutela di interessi generali. In politica, Giudice è il popolo, che, quando sarà chiamato al voto, giudicherà l’operato di chi lo ha amministrato. Le querele per futili motivi non fanno altro che contribuire a intasare gli uffici giudiziari la cui opera è quella di garantire giustizia per cose serie.
Firmato
Il Direttivo{jcomments off}