Fino al 15 aprile prossimo si potranno pescare anche lungo le coste calabresi il “rossetto” e il “cicerello”. Infatti nei giorni scorsi le varie capitanerie di porto calabresi, compresa quindi anche quella di Corigliano Calabro, ha ricevuto da parte del ministero delle politiche aghricole, alimentari e forestali il testo del relativo decreto. E’ un provvedimento molto atteso e che corrisponde alle esigenze di un comparto, quello ittico, che a causa delle tante restrizioni dell’Unione Europea rischia inesorabilmente di tirare i remi in barca.
L’approvazione del decreto ministeriale del 28.12.2015 sul ‘Rossetto-Cicerello’ da parte del Ministero pone, infatti, fine ad una lunga e complessa vicenda, e consente il recupero, il mantenimento e la valorizzazione di antiche tradizioni del mondo della pesca e della gastronomia locale in diverse regioni italiane ed, in particolare, in Calabria. La scadenza delle deroghe previste dall’entrata in vigore del regolamento (Ce) 1967/2006, ha determinato l’impossibilità di utilizzare anche attrezzi a basso impatto, impedendo così una qualsiasi attività di pesca speciale di queste specie. Complice un deciso disinteresse della regione Calabria nella scorsa legislatura, si è venuto a creare di fatto una situazione drammatica nelle aree interessate, in particolare della Calabria, nelle quali l’economia di intere marinerie dedite alla piccola pesca costiera è legata a questa attività mirata alla cattura di risorse di piccola taglia (rossetto e cicerello) che andrebbero perse se non catturate. Questa attività rappresenta una fonte di reddito non sostituibile con altre attività della pesca artigianale, ed evita la concentrazione di molti operatori nelle stesse aree sulle stesse risorse ittiche. L’attività delle pesche speciali regolamentate insieme a quelle tradizionali sugli ambiti locali, coinvolge centinaia di imbarcazioni di piccola pesca costiera, con un numero significativo di addetti coinvolti. Il Decreto Ministeriale del Dicastero alla pesca, in stretta collaborazione con le regioni interessate, in particolare con la Calabria, ha consentito di recuperare l’attività delle pesche speciali di quelle che mirano a specie adulte di taglia piccola (come rossetto e cicerello), che vedono coinvolti oltre 3.000 pescatori di diverse regioni italiane, dei quali un terzo operanti nella regione Calabria, con un indotto assolutamente rilevante, per evitare che oltre alla perdita economica venga persa anche una secolare tradizione. Non passi inosservato il fatto che in Calabria questo tipo di pesca rappresenta una specificità per la gastronomia regionale, un vero e proprio caviale dei poveri, particolarmente ricercato e apprezzato con notevoli ricadute economiche per l’intero settore.
Giacinto De Pasquale