La natura di buona parte dei politici locali, presiede all’amore del male, è la loro umana natura! E’come se negli ultimi 40 anni di attività politica e sociale e ancora prima, questa nostra cittadina sia percorsa da soffi di insofferenza, di non ritorno alla speranza, di rassegnazione, ma più che altro disprezzo per gli altri, specialmente se avversari politici, consapevoli che questa azione significa sovvertire inevitabilmente l’attuale modo di vivere e di pensare.
A non volere capire che siamo messi male è il fatto che giornalmente siamo testimoni di prese di posizioni pretestuose da parte dei partiti e che la stampa in mancanza di altro pubblica. Tale prese di posizioni, sono condite di ingiurie, di invettive, dettate dal rancore forse personale verso sempre qualcuno, specialmente se questo è il politico che oggi detiene il governo della città perchè votato dai tre quarti della popolazione. Si ha bisogno di trovare il capro espiatorio, qualcuno da mettere alla gogna ed addossargli le loro colpe, i loro fallimenti e magari anche il perchè non piova, predomina l’ossessione del distruggere, del populismo, del sospetto che inevitabilmente va a confluire nella gran piana della confusione. Si cerca di non mandare in soffitta quel clima di subalternità che ha reso il popolo simile a un grande gregge di pecore, e non contenti di questo, dividerle in buone pecore dalle cattive, tenute a freno da cani mastini dove la politica li tiene ben legati al piolo della vita, l’importante è che siano felici, continuino a brucare l’erba e non farsi domande sul loro stato di essere, pronti se occorre ad affogare anche la più piccola velleità di protesta. Viviamo,(è il potere politico che lo vuole) un tempo dove viene comodo umiliare, usurpare i diritti del popolo che rimane comunque fuori da ogni forma di progresso,di partecipazione, indipendentemente dalla loro dottrina politica. La reintegrazione degli esclusi ai benefici impone la riduzione dei loro privilegi, qualora gli esclusi dovessero prendere coscienza della loro esclusione vengono bollati come eretici, e se qualcuno di questi viene tollerato vorrà dire, torto o collo che deve soggiogare ai loro giochi (vedi vicende politiche di Rossano). A darci certezza della pochezza di idee, di programmi dei nostri politicanti contribuiscono anche quei programmi trasmessi da tivù locali che approfondiscono avvenimenti politici, in questi predominano ingiurie, falsità, arroganza, e mistificazione della realtà. La preoccupazione per i futuri elettori è che questi commenti vengono da politici cosiddetti navigati e da professionisti che probabilmente si candideranno, quando sarà il momento, alla guida del governo cittadino. Eppure tanti di questi a loro tempo hanno governato la città, i risultati sono sotto gli occhi di tutti, Corigliano ha gli stessi se non peggio problemi di venti anni fa. L’opposizione, (una sana e propositiva opposizione) dovrebbe abbandonare l’intransigenza a prescindere se il sindaco sia Geraci o qualcun altro, che ripetiamo è stato votato a suffragio universale, smetterla una di fare i professoroni, piuttosto si chiedano: che se Corigliano ha un sindaco dichiaratamente di destra non è colpa degli elettori, bensì loro, in special modo di tutto il centro sinistra che si è presentato alle amministrative, come al solito, dilaniato, diviso al proprio interno. La minoranza si compatti, la smetta di fare come il camaleonte, metta in atto posizioni e proposte politiche unitarie che cerchino di riportare la città verso la normalità, qualche consigliere comunale della cosiddetta opposizione e anche della maggioranza la smettano di andare alla ricerca di sponsor politici, siano questi consiglieri regionali o locali, la smettano di correre alla fonte battesimale per farsi benedire e ricevere in cambio una promessa di sopravvivenza politica. In quanto al rincaro dei tributi, l’intera opposizione, “escluso il M5S che votò contro”nel 2014 si è astenuto sul problema, e se oggi si oppone al rincaro ingiustificato dei tributi,vorrà dire che la protesta di alcuni cittadini ha portato loro giudizio. Non bastano i proclami, o la presunzione di dettare quotidianamente l’agenda politica al sindaco, si trovi l’unità politica della sinistra, il resto viene da solo.
Per il movimento centro storico: Un progetto per non morire. Luzzi Giorgio.