Sul fronte della lotta del pagamento dei tributi è noto che da parte di tutte le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi 20 anni, si sono registrati scarsi risultati. Se qualche timida iniziativa vi è stata, alquanto circoscritta in valori assoluti, questa è concentrato sulle solite persone già spremute come limoni e che, purtroppo per loro, non hanno santi in paradiso, nel comune o addirittura nella società delegata a riscuotere. L’evasione nel pagamento dei tributi non fa altro che aggravare la situazione economico- finanziaria.
Segnali negativi vengono dal comune che evidenzia difficoltà nel controllo dei conti per l’effettivo del progressivo delle entrate e, tra queste, di quelle per trasferimenti erariali, non compensate da un vero taglio alle spese inutili. La promessa di rateizzare ulteriormente le bollette della tari dopo che circa duecento concittadini hanno manifestato sotto il comune dovrebbe essere trattata nel corso del Consiglio Comunale del 23 dicembre prossimo, la tiepida sommossa, frutto di un malessere economico prima che sociale non è stata recepita, nei termini sperati dai manifestanti, dall’amministrazione comunale, né tanto meno dalla classe politica coriglianese, compresa l‘intera opposizione, qualora ve ne fosse una! Il disagio cronico di chi a fatica riesce a portare fino ad oggi un pezzo di pane a casa ormai ha raggiunto percentuali allarmanti, figuriamoci pagare tributi così alti, è un lusso che oggi pochi si possono permettere a Corigliano. Non è più sopportabile trattare il problema come guerra tra poveri. Sarebbe semplicistico ricondurre tutta la questione al solo mancato rientro dei tributi, il problema è che vi sono precise cause storiche che hanno e che contribuiscono affinché il cittadino abbia imparato presto dal proprio ambiente, dai politici, evolvendosi nell’arte dell’arrangiarsi, del farsi furbo, tanto sa che può contare sulle clientele fondate sul reciproco interesse: il politico, l’imprenditore e chi per questi in cambio del voto fanno si che questo stato di cose si perpetui, facendo sì che il dominio di un certo gruppo di potere continui indisturbato a fare affari. Se la evasione dei tributi ha potuto affermarsi così saldamente a Corigliano, è dovuto ad una peculiare caratteristica della classe politica e della società che a differenza di altre realtà che hanno lottato ed ottenuto processi di accumulazione della ricchezza( attraverso attività commerciali, finanziarie ed infrastrutture pubbliche su larga scala) ha favorito la creazione di una vivace classe politica ed imprenditoriale, il contrario di noi dove regnano gravi squilibri che vanno a favorire oltre gli evasori, la casta ed una determinata classe imprenditoriale, forte perchè il cittadino è costretto per vivere a scegliersi un protettore anche per un lavoro pagato poco o addirittura in nero. E’proprio questo elemento di scarso dinamismo politico e sociale interno che ci tiene ancorati a modelli arcaici, tutti imperniati sulla dipendenza dal “signorotto” locale, anche perchè la politica non ha saputo edificare un comune moderno proteso a difendere gli interessi della collettività. Continuando a perseguire questo modo di fare, si rischia ulteriormente che all’interno delle istituzioni possa prosperare ancor di più quel circolo vizioso di clientele da cui è difficile uscire. E’ per questo il coriglianese deve scegliere da subito un candidato a sindaco capace di dare fiducia nelle capacità dell’amministrare la cosa pubblica, difendere gli interessi della collettività, evitando di contribuire ad inquinare ulteriormente la realtà politica, evitando di perpetuare il dominio di un determinato gruppo di potere all’interno dell’ente comunale, realtà e piaga che impediscono alla città ed alla popolazione di prosperare e di crescere anche culturalmente.
Per il movimento centro storico: Un progetto per non morire. Luzzi Giorgio.