Ogni anno l’agricoltura scende di tono e di conseguenza l’economia di Corigliano va alla malora. Una volta costituiva ricchezza per tutti, oggi è miseria per tutti. Negozi vuoti, acquisti mirati, lusso inesistente, acquisti di immobili scarsissimi. Eppure una volta vi era la corsa per la trasformazione e l’acquisto di un pezzo di terra libera per trasformarla in agrumeto. Contadini, commercianti, negozianti, professionisti tutti verso l’agricoltura. E’ Ora?. Un disastro! Una miseria continua
La colpa è nostra, perché anche io possesso un agrumeto, anzi l’ha ereditato mia moglie e così mi trovo nella massa di coloro che ogni anno, per mantenerlo, ci si rimette specie ora in cui i terreni sono tassati, le tasse sono insopportabili, i lavori e la conduzione non hanno tegua, sono sempre in salita..
Non bisogna piangere il morto perché è tempo perduto(Non chiànceri ‘nu muortu è tiempu persu), dicevano i nostri avi ..
E’ vero. Noi siamo stati sordi all’appello del commendatore Giorgio Aversente quando proponeva, insisteva, sollecitava la realizzazione di un mercato degli Agrumi con annesso un mercatino degli stessi. Ma perché siamo così insipienti?Insensibili di fronte alle idee e alle prospettive del futuro? Vogliamo essere così realistici e percorrere i tempi?Il mio non è una lamentale personale e di parte. Ormai nella barca ci siamo tutti.
Aveva perfettamente ragione Aversente perché se avessimo ascoltato non sarebbe in queste brutte acque. Un Kg. di clementine,raccolte, soltanto un euro. Un kg di pere 3 euro, un kg. di castagne 6 euro e così per tutti gli altri ortaggi e frutta.
Allora è necessario ricorrere ai ripari e diciamo al Commendatore Giorgio Aversente di riprendere il problema e di portarlo nuovamente a conoscenza degli agrumicoltori.
Corigliano Scalo, 18 dicembre 2015
Antonio Benvenuto