Esistono degli indicatori oggettivi che marcano la qualità urbanistica di civiltà ed ambientale del territorio che viviamo.
Alcuni sono molto conosciuti e propagandati sotto il profilo ambientale, come ad esempio i livelli di polveri fini nell’aria che respiriamo, o più strettamente urbanistico come la qualità dei servizi e del sistema di comunicazione stradale, altri invece pur essendo sotto i nostri occhi tutti i giorni non li vediamo più, pur costituendo l’humus nel quale quotidianamente cresciamo e svolgiamo la nostra vita e le nostre attività.
Il grado di civiltà raggiunto da una città si può misurare autonomamente, con molta semplicità e senza bisogno di essere grandi specialisti in scienze urbane, basta guardare ed apprezzare la qualità e la quantità del verde che ci circonda, a partire da quello antico e storico a quello attuale.
Con questa semplice valutazione ci possiamo concretamente rendere conto se, e quanto, la nostra città sia stata, negli anni passati e di quanto attualmente sia, oggetto di particolari cure da parte dei suoi abitanti sotto l’aspetto dei parchi, dei giardini, del verde pubblico delle strade e dei condomini.
Guardiamoci intorno con un poco di attenzione e gli alberi, attraverso la loro età, il loro tipo di essenza ed il loro valore, la loro salute, la loro cura, il loro numero, ci racconteranno la storia e la condizione reale dello stato di civiltà della nostra città e di quanto siamo stati capaci di avanzare o di arretrare sotto questo profilo, ma più in generale nella cosiddetta qualità di vita.
Proviamo a farlo a Corigliano centro storico, Scalo, Schiavonea, frazioni, insomma lìddove viviamo e diamoci da soli delle risposte.
Quello che vedremo e che riscontreremo sarà così desolante al punto tale che il saldo non potrà essere che fallimentare, ma servirà a guardare la nostra città da un nuovo punto di vista, farci aprire gli occhi e riflettere sul livello di degrado che abbiamo raggiunto e forse ci aiuterà a rialzarci per riprendere il cammino che questo paese merita!