L’Arcivescovo della Diocesi di Rossano-Cariati, S. E. Rev.ma, Monsignor Giuseppe Satriano, mercoledì 25 novembre, ha incontrato gli studenti dell’ITG “Falcone-Borsellino”, affrontando un tema di particolare interesse per i giovani: “Una società senza padre”. La visita di Sua Eccellenza è stata sollecitata dal DS Alfonso Costanza e predisposta da don Mimmo Laurenzano, docente di religione dell’Istituto.
Nell’Aula Magna, dove è avvenuto l’incontro, si respirava un’atmosfera piena di emozione e partecipazione da parte di tutti i presenti.
Gli alunni per l’occasione si sono impegnati ad accogliere Sua Eccellenza con il linguaggio a loro più consono. Un gruppo ha suonato e cantato, intonando l’Alleluia nel momento dell’ingresso di Monsignore, altri hanno recitato poesie, alcuni allievi dell’ITI “Nicholas Green” hanno realizzato un filmato con dialoghi relativi al tema trattato.
I lavori sono stati presieduti e coordinati dal Dirigente Scolastico Alfonso Costanza.
Il DS nell’introduzione del tema ha evidenziato che in realtà, come affermano tanti esperti, il fallimento educativo è un malessere profondo che riguarda tutti, genitori e non, che può essere risolto solo con uno sforzo comune.
Ha aggiunto che sarebbe da sciocchi non tenere in conto che i mutamenti sociali sono talora in grado di mettere in contrasto due generazioni, quella dei padri e quella dei figli e che si osservano divisioni profonde all’interno della stessa generazione di figli, ciò rende comprensibile come la vecchia struttura familiare rimanga ormai un riferimento del passato, uno stile di esistenza che in questo nuovo “teatro” viene per lo più solo recitato.
Il DS Costanza ha posto in rilievo che il risultato più evidente è la difesa a priori di una struttura all’interno di una società che, in confronto soltanto a qualche decennio fa, è ormai irriconoscibile.
Nella sua relazione introduttiva ha fatto riferimento al circolo perverso esistente che sposta sul mondo giovanile la colpa e la rabbia di una società violenta.
Nella sua riflessione ha precisato che si dovrebbe partire dalla violenza del potere, dalla considerazione che il potere in sé è violento.
Sembra un paradosso, ha aggiunto, ma è così: una società violenta è sempre intollerante e incapace di capire la violenza nel mondo giovanile.
Con amarezza ha fatto risaltare altri sintomi pericolosi quali la malinconia che è opposta alla rabbia, ma ugualmente sintomatica di una condizione di silenzio esistenziale che sa di morte, e che invece la società accetta, proprio perché non disturba.
Analogamente alla depressione, considerata socialmente innocua perché non rischia di creare fastidio al potere.
L’unico danno che produce è quello a se stessi.
Altri relatori sono stati il Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Corigliano Calabro, dott. Francesco Barone, e il Presidente del Consiglio d’Istituto Sig. Francesco Picuno.
Monsignor Satriano, parlando ai giovani, ha raccontato alcuni episodi della sua vita, in particolar modo della sua adolescenza all’interno di una famiglia numerosa, mettendo in evidenza quanto sia stata fondamentale la figura del padre.
Padre e madre generano alla vita per dare la possibilità di entrare nel mondo.
Ha affrontato il tema della felicità, del rispetto per l’altro, ha invitato a mettere al centro «la persona con le sue esigenze e i suoi bisogni» e a porre «come riferimento ultimo Dio e il suo amore per l’uomo» in quello che ha definito “umanesimo teocentrico”.
Satriano ha precisato che la gioia cristiana è una ridondanza dell’amore di Dio: non è una virtù distinta dall’amore, ma è un effetto dell’amore.
Questa precisazione non è inutile, ma indispensabile e fondamentale perché ci svela il motivo del fatto che molti cercano la gioia e non la trovano.
Essi la cercano invano perché pensano che essa sia reperibile per se stessa.
La gioia non ha consistenza in se stessa: ha la sua sorgente nell’amore, è un raggio dell’amore.
E la sorgente dell’amore è Dio.
Ha anche sottolineato l’importanza, qualora il padre manchi, di trovare una figura di riferimento che lo possa sostituire; può essere un parente, un insegnante, un vicino di casa, chiunque sia aperto all’amore verso gli altri.
-Decibel-