Scene amare, a Schiavonea. Cominciata la stagione agrumicola, al finire della giornata lavorativa, ci si imbatte, specie nella frazione marinara, in scene che lasciano l’amaro in bocca. C’è chi lavora per dieci ore per pochi euro, e spesso è costretto a bivaccare in ripari di fortuna.
Le temperature finora sono state clementi, ma tra qualche settimana sarà davvero dura, per questi sfortunati passare le notti al freddo tra cartoni, sulla spiaggia nei pressi del porto o dentro qualche balcone a piano terra. C’è chi fruga nei cassonetti, chi approfitta della tanta spazzatura che da giorni è sul lungomare, per cercare qualcosa da mangiare tra le buste buttate sulle aiuole. Un quadro desolante, per più aspetti. Disagi per i residenti e dramma degli invisibili. Le strade sono impercorribili, i rattoppi durano il tempo di una pioggia, alcune zone sono transennate da mesi ma di interventi risolutori nemmeno a parlarne, ora, in questi ultimi giorni, ci si sta aggiungendo, a rendere il quadro avvilente, l’allarme sociale dei tanti stranieri sfortunati che vengono da queste parti per i lavori nelle campagne. La mensa di Schiavonea lavora a gran ritmo, la Chiesa interviene spesso e volentieri, specie in casi disperati, ma tutto questo lodevole e disinteressato impegno obbiettivamente, non pare bastare appieno rispetto alle reali esigenze dettate dal periodo. Si tratta comunque di un film già visto, che puntualmente in questo periodo dell’anno, si ripropone, tra l’indifferenza quasi totale.