Ho letto sul giornale “Eco dello Ionio” del 24/10/15 la riflessione del prof. Iemboli sul tema della fusione Corigliano –Rossano L’idea della fusione delle due città e l’impegno profuso per raggiungere un risultato sono apprezzabili, ammirevoli e lodevoli . Tuttavia appare evidente che sono ignorati i vari tentativi di conurbazione di ieri e di fusione di oggi i quali hanno ottenuto sempre un nulla di fatto.
La situazione attuale sul problema della fusione dei due Comuni non fa meraviglia perchè la conurbazione di ieri e la fusione di oggi, nell’arco di 50 anni, sono state portate avanti senza ottenere un risultato positivo. Va detto che Rossano, mantenendo tradizioni nobiliari e cultura bizantina, si è considerata sempre città-territorio vivendo in un “felice isolamento”. L’amministrazione del Comune di Corigliano sulla fusione pare che rimanga incerta e indifferente perchè non ne vede la necessità, i vantaggi e la convenienza. E così da diversi anni assistiamo ad una politica di esasperato campanilismo dovuto a carattere altero e al desiderio di tenere il dominio sulle comunità del territorio. Un tale atteggiamento diffuso ha fatto venir meno l’istituzione della provincia di Sibari di cui la città di Rossano, per scelta normativa, avrebbe potuto avere la sede ufficiale. Ad ogni modo nonostante la miope politica del campanile il problema vero, a mio avviso, della conurbazione e della fusione di Corigliano- Rossano non dipende esclusivamente dalle comunità delle due città, ma dalla volontà politica provinciale della città capoluogo che non vuole crearsi una forte concorrenza sul territorio provinciale. Cosenza più di tutti non ha interesse a questa fusione, tiene contatti con le varie associazioni e lobbie del territorio, favorendo e promuovendo contrasti, intrighi, utili a tenere ancora per lungo tempo il potere e il prestigio a livello regionale e nazionale. Perchè Sibari, a parità di condizione legislativa delle numerose province delle Regioni d’Italia istituite e tuttora in funzione, non è divenuta provincia? Cui prodest? La mancata istituzione della provincia di Sibari va nella direzione nella logica gattopardesca del “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” e in un ultima anali nell’interesse dei Brettii di conservare la propria supremazia e il controllo sul vasto e fertile territorio della Sibaritide. Va bene cosi. Da tenere in considerazione infine che Sibari rimarrà sempre la città storica di riferimento della Sibaritide e dell’alto Ionio che insieme ai tesori storici e culturali di Corigliano e Rossano meritano ancora di essere valorizzati.
Corigliano Calabro 07.11.15
Prof. Armando Benvenuto autore dei due libri “ Per Sibari Provincia “