Pasqualina Straface e la ndrangheta, sembra che questo rapporto per la magistratura calabrese ancora oggi non abbia un quadro ben definito, così a distanza di oltre cinque anni dall’operazione Santa Tecla del luglio 2010, l’ex sindaco (all’epoca esponente del PdL) alla guida di una giunta di centrodestra, torna a far parlare di se, perché il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Vincenzo Luberto, e il pm antimafia, Saverio Vertuccio, vogliono incriminarla per concorso esterno in associazione mafiosa.
La Straface in una prima fase pure indagata venne prosciolta e la sua posizione archiviata, nell’ambito di una inchiesta più vasta che portò nel giugno del 2011 allo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Ma oggi la posizione dell’ex sindaco torna di stretta attualità giudiziaria, perché negli ultimi tempi i due magistrati antimafia hanno condotto ulteriori indagini alla luce soprattutto della relazione fatta dai tre commissari antimafia che hanno guidato il comune per due anni da giugno 2011 a giugno 2013. In questa relazione i commissari Scialla, Tarsia e Buda si occupano anche della controversa e spinosa questione delle ordinanze di somma urgenza, firmate dall’allora sindaco Straface nel settembre e ottobre del 2010 a seguito degli eventi alluvionali che interessarono buona parte del territorio coriglianese. Secondo Luberto e Vertuccio in quella fase la Straface si adoperò affinché i lavori di somma urgenza fossero realizzati dalla ditta che faceva capo ai suoi fratelli Franco e Mario. A tal proposito ricordiamo che Franco, deceduto lo scorso anno, venne condannato con sentenza definitiva a 6 anni e otto mesi, mentre Mario, attualmente agli arresti domiciliari soffre di problemi di salute, ed anche per lui è giunta una condanna definitiva ad oltre sei anni di carcere. Pasqualina Straface (difesa dall’avv. Ernesto D’Ippolito) anche in questa circostanza, come in precedenza, respinge con decisione le accuse che gli vengono formulate dalla procura antimafia. Luiberto e Vertuccio hanno chiuso la fase delle indagini preliminari e quindi si appresterebbero a chiedere il rinvio a giudizio per l’ex sindaco. Va aggiunto, comunque, che al vaglio dei magistrati della Dda vi erano anche le posizioni di altre persone che hanno collaborato con la Straface in quella esperienza amministrativa, ma al momento non è dato sapere quale sarà l’orientamento di Luberto e Vertuccio nei loro confronti. Per tornare a quello che i commissari antimafia comunicarono al prefetto dell’epoca, Raffaele Cannizzaro, in alcuni passaggi della relazione descrivono in maniera chiara ed allarmante quello che non andava negli uffici comunali: “L’attenzione della commissione straordinaria – si leggeva nella relazione – si è prioritariamente incentrata sulla riorganizzazione degli uffici e della complessa struttura burocratica, incapace di assicurare la regolarità nella gestione di diversi ambiti di attività comunali, con interventi necessari sia a garantire il recupero dell’ente, considerata la dimostrata permeabilità a condizionamenti esterni, che a migliorare la qualità dei servizi e la gestione del territorio, ove è stato riscontrato un grave disordine amministrativo, organizzativo e finanziario. L’attività programmata è risultata particolarmente complessa poichè al difficile contesto ambientale si è aggiunto un atteggiamento di scarsa collaborazione dell’apparato burocratico, ancora esposto a forme di pressione”.
Giacinto De Pasquale{jcomments off}