Salve a tutti. Sono l’autore di quel “contributo” che, appena qualche giorno fa, è apparso sulla homepage del Blog suscitando l’irritazione di qualcuno… e forse anche la querela, e questo nonostante lo stesso articolo fosse una riflessione aperta a tutti i lettori, non avesse un linguaggio scorretto ma improntato al buon costume, non avesse il minimo riferimento a qualsivoglia persona ma, molto semplicemente, contenesse una “riflessione”, circostanziata su fatti precisi e già ampiamente pubblicati e letti da noi tutti sul Blog, sulla stampa locale e regionale.
Ma in questa sede, non voglio tanto soffermarmi sul fatto in sé (poiché la mia coscienza è a posto… e quella “lettera” parla chiaro e si rivolgeva al Sindaco, per cui…), né voglio soffermarmi su “quello” che di tanto triste e di incredibile si sta affermando in Città in queste ore/giorni, quanto vorrei farlo su un “principio”… quella della libertà di esprimersi, di parlare, di manifestare la propria “idea”, il proprio parere su “questioni” pubbliche e che riguardano la collettività…
E proprio a proposito di questo insindacabile principio democratico, ricordo a me stesso:
«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.», Articolo 21 della Costituzione Italiana, comma 1.
Mi rendo conto che è stucchevole e forse perfino banale rammemorare, parlare, discutere di “principi-ideali” così scontati in Democrazia, ma, a Corigliano Calabro, alle volte, in certe occasioni, in determinati contesti probabilmente non è così.
Ergo: per coloro che non lo sapessero, o non lo ricordassero, la Costituzione italiana sancisce la libertà di manifestazione del pensiero che si compie mediante la libertà di stampa e/o la libertà di parola! Questo “principio”, che sta alla base di ogni società democratica, è affermato anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo del 1948: «Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere».
E, ancora, questo principio-ideale (sempre lo stesso!) viene ripreso dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo: «Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza ingerenza alcuna da parte delle autorità pubbliche, e senza considerazione di frontiera».
E come sapete già, per chi ha studiato più di me, dato che io sono consapevole di sapere poco, la LIBERTA’ di MANIFESTAZIONE del PENSIERO, sancita e tutelata nella COSTITUZIONE, tuttavia trova fondamento reale, epistemologico, antropologico, storico e politico nella TRADIZIONE della cultura occidentale e, ancora più anticamente, nella tradizione ellenica e romana. Infatti già, molti e molti anni fa, secoli fa, oserei dire millenni fa, ogni cittadino aveva la facoltà di esprimere la propria parola liberamente.
Allora, a quel tempo, lo si faceva nella c.d. agorà, magari nel corso di assemblee pubbliche, oggi, che i tempi sono un po’ cambiati (ahinoi!) lo si fa attraverso i media tour court (e, tra questi anche il web… la c.d. “rete” che, nel post-modernismo è il “medium” più diffuso e alla portata di tutti i cittadini). E a questo punto faccio notare ai più, e non voglio fare della pubblicità “gratuita” a “coriglianocalabro.it”, che sul Blog c’è un certo fermento di utenti, migliaia di utenti, che seguono gli articoli, commentano, postano foto e tant’altro ancora. E questo lo si evince, non soltanto dai tanti “commenti”, lettere, interventi che vengono postati, ma anche dal numero di letture che (è possibile apprendere direttamente dalla “fonte) gli stessi registrano.
Ma restiamo al “principio”; o, meglio ancora, alla sua genealogia storica e antropologica.
Per ricordare che già nell’antica Grecia la LIBERTA’ della PAROLA, del PENSIERO collimava, in maniera particolare e privilegiata proprio con la sfera della politica. Non solo questo “partecipare” era ritenuto “normale”, quanto era auspicato dalle stesse Istituzioni poiché di fondamentale importanza per le sorti della Polis (Città). E’ questo perché (udite, udite.. già in quel tempo lo sapevano!), così facendo, con questo atteggiamento “partecipativo” si “apriva” uno spazio, momento di riflessioni utili a stimolare decisioni virtuose da prendere in nome della Legge, del Popolo, delle Istituzioni, della res pubblica, del “bene comune”.
Mi fermo qui, non mi dilungo oltre: credo che la questione, e non solo il principio-ideale, sia già abbastanza, se non del tutto, chiara.
In una Città, e con questo mi rivolgo a coloro che ricoprono ruoli istituzionali, più ci si parla, più ci si confronta, più c’è uno scambio di idee e vedute e più la stessa prospera, sia in termini spirituali e sia in termini materiali! E a Corigliano che è reduce di una tristissima pagina di storia, di questo “principio-ideale”, di questo “atteggiamento” ne avrebbe un gran bisogno.
Altro che querelare! Altro che ribellarsi alla critica! Altro che ingaggiare “scontri” giornalistici!
E, ricordo a me stesso, che quando la critica è forte il dissenso è unanime. Vedete, una buona amministrazione ha l’autorevolezza dell’ascolto e anche di confutare la stessa critica con i “fatti”, e di determinarsi in maniera conseguente alle idee-ideali!
L’altro giorno, leggendo la notizia pubblicata sul Blog che la polizia giudiziaria aveva chiesto al direttore il mio indirizzo e-mail (che è intestata al mio nome e cognome) e il mio indirizzo “IP”… perché avevo osato, rivolgendomi al Sindaco, esprimere una riflessione sullo status quo della città e su argomenti, ripeto, di ampio dominio pubblico) sono rimasto sbalordito (non riuscivo a crederci!). E così, d’impeto, avevo scritto, a margine di quella stessa comunicazione, che non sarei più “intervenuto” per esprimere una mia considerazione di carattere politico; ma poi, confrontandomi con persone e amici “migliori” di me, e dal grande carisma umano, culturale e intellettuale mi hanno “esortato” ad esprimere il proprio pensiero… e, penso, avevano ragione loro.
p.s. sento l’obbligo morale di ringraziare l’Amministratore del Blog… e per la vicinanza che mi ha “esternato”, e per come si è determinato in quella triste giornata di democrazia (anche in termini concreti).