Entro il 31.12.2015 circa 40 lavoratori dell’indotto rischiano il posto di lavoro. Le posizioni dei delegati MIR (Moderati in Rivoluzione) e le richieste alla holding energetica sulla sorte della centrale
E’ cosa certa ormai che quaranta lavoratori dell’indotto Enel di Rossano stanno rischiando il loro posto di lavoro; è tangibile e inconfutabile che è volontà della holding energetica, quello di annullare le convenzioni con le imprese dell’indotto e affidare ad una multiservis tutti i servizi fino ad ora affidati a sette aziende locali con circa 40 addetti che rimarranno allo scadere del contratto senza nessuna possibilità di rinnovo.
Ovviamente, tutta la questione Enel proviene da una proposta di riconversione a carbone “inaccettabile”.
” La dismissione della centrale ipotesi perseguibile?; la riconversione? troppa onerosa”.
La sorta dell’impianto di C.da Cutura e dei sei lavoratori dell’indotto, che in questi giorni sono saliti su uno degli anelli più alti della ciminiera (circa 80 mt. da terra), rappresenta un gesto di protesta che ha anche colto condivisione oltre che nell’opinione pubblica anche, tra gli stessi lavoratori e dipendenti Enel, che si sono fermati dal lavoro, e di quanti, hanno creduto un’azione così eclatante possa risvegliare gli animi dei dirigenti e responsabili della holding, della politica sorda e assente senza offrire proposte e soluzioni.
Da anni, si cerca di affrontare il problema della riconversione con ipotesi scellerate (combustione al carbone), assumendo su vari tavoli di concertazione, proposte non perseguibili condotte solo a divenire alla dismissione del sito. Mentre in altre centrali si è pensato a un progetto di riconversione.
“Una eventuale riconversione, di fatti, comporterebbe nuovi lavori di bonifica e di adeguamento dell’impianto esistente, e la realizzazione di un progetto ecosostenibile tenderebbe certamente a coinvolgere tutto il territorio Jonico e l’indotto ad esso legato”.
Risulta prioritario in questo momento dare una maggiore attenzione alle sorti dei lavoratori dell’indotto, dare alle loro famiglie certezza di lavoro continuativo e garanzia che quanto meno si possano avviare tutte quelle procedure utili per avviare un processo di protezione sociale, per consentire agli stessi di essere accompagnati al termine del loro ciclo lavorativo.
Il MIR (Moderati in Rivoluzione facente capo al movimento nazionale dell’Avv. G. Samorì) attraverso i suoi rappresentanti si chiede “che l’Enel ha il dovere di dire sinceramente cosa vuole fare dell’impianto di contrada Cutera; se e quanto il processo di dismissione della centrale avverrà e quali i tempi; se esiste un’ipotesi di riconversione e quale potrebbe essere la scelta del programma di riconversione del sito”.
Intanto ci aspettiamo che la politica nazionale e regionale faccia il suo, aspettiamo l’incontro di oggi con il Presidente Oliverio e le sigle sindacali a Catanzaro per prendere posizioni di merito sulla questione dei lavoratori dell’indotto.
Il MIR (Moderati in Rivoluzione) presenti e vicini alle istanze dei lavoratori, F. Famigliulo coordinatore Prov. del movimento e l’Ing. F. GALLO coordinatore zonale area Jonica; recati sul posto hanno cercato di sostenere vicinanza e solidarietà ai lavoratori presenti e alle loro famiglie “ non dimenticheremo l’estremizzazione di un tale gesto pur di poter difendere il proprio posto di lavoro; e’ ovvio che il problema viene dall’alto, che una tale questione così delicata che vede coinvolti 40 lavoratori dell’indotto dovrà essere affrontato come un campanello d’allarme per tutto l’indotto; la politica della holding dovrà porre maggiore attenzione alla riconversione con progetti innovativi ed ecosostenibili, visto la notevole vocazione di un territorio da salvaguardare da contaminazioni e inquinamenti. Invitiamo alla sensibilità politica del territorio, alle istituzioni, agli enti, e alle associazioni a sederci ad un tavolo tecnico operativo, aperto a tutta la società civile, con l’intento di pianificare una proposta unitaria di riconversione concertata con i rappresentanti della holding energetica, e dare quel contributo risolutivo che possa offrire in un momento particolare, lavoro e occupazione.
I Moderati in Rivoluzione (MIR) pensano che l’unico modo per riuscire a salvare una tale situazione sia un piano di riconversione strutturato su nuovi canoni e risultati ambientali ecocompatibili, attuabile in tempi brevi e con risultati immediati a tutela dell’ambiente e delle vocazioni del territorio, ma allo stesso tempo con una visione a lungo termine capace di incidere in maniera positiva anche sul futuro delle prossime generazioni e che non potrà prescindere, nel garantire una nuova occupazione ed un futuro ai nostri giovani.
In questo ci si appella al buon senso dei gruppi politici di tutto il territorio Jonico, alle istituzioni preposte e alla società civile; affinché le logiche di chi, per sua fortuna, ha un lavoro e vive in una condizione privilegiata, non prevalgano sui bisogni di tanta povera gente e di famiglie che affrontano situazioni di disagio a causa della persistente crisi economica”
Il Coordinatore Prov. MIR F. Famigliulo
Il Coordinatore Zonale area Jonica Ing. F. Gallo